di Pierluigi Piccini
“Non mi sono mai appiattito su Salvini”, dice il sindaco De Mossi. Eppure Salvini è venuto a Siena a stretto giro, per ben due volte, a sostenere la campagna elettorale dell’avvocato. E pochi giorni dopo le elezioni l’allora ministro dell’Interno era di nuovo a fianco di De Mossi, il quale badava così tanto a non appiattirsi sull’ex ministro da fargli fare una conferenza stampa in contemporanea al corteo storico del Palio. Per appiattirsi cosa dovevamo vedere, Salvini mossiere? Ah, ecco perché mostrò il meccanismo della “mossa” all’illustre ospite: forse un pensierino… Ma non sono tanto gli eventi mondani e politici a richiedere una presa di distanza, sebbene le passerelle pre-elettorali con tutti i possibili personaggi politici di Destra, comprese la Meloni e la Mussolini, possano sembrare una ulteriore prova. Quello che inchioda il sindaco sono le millantate affermazioni di grande amicizia con il leader della Lega, surrogate da presunti messaggi sbandierati su Facebook. Ma ora Luigi “Fregoli” De Mossi, azzera tutto e ci illumina in una intervista: Salvini è un semplice conoscente, mentre il primo cittadino non si considera l’esponente di una parte politica. Rivendica piuttosto la distanza dai partiti di Destra e dai movimenti populisti. Anzi, è un “civico” della prima ora (a dire il vero, dalla prima ora del nuovo Governo del Paese, visti i tempi delle dichiarazioni). Così come i suoi fedelissimi che a forza di girare hanno perso la strada di casa. Che i rapporti di intima amicizia con Salvini siano una facciata e i suoi legami con una precisa parte politica mera finzione? Per tenere in piedi il ragionamento di De Mossi può esserci solo una spiegazione, che confina purtroppo con rara sindrome, il fregolismo, in questo caso malattia infantile del civismo. La conferma della diagnosi potrà essere verificata, nelle prossime settimane, se mai il sindaco cominciasse una nuova avventura, bella ma inverosimile, come quelle del Signor Bonaventura: barattando l’amicizia di Salvini con quella di Franceschini, vantando un cugino intimo di Giggino, invitando a oltranza al Palio il ministro Speranza e, con Guerini, scambiando tanti messaggini. Soprattutto se, dalla Dadone della Pa, arrivasse la promessa di un milione!