A Judyta, la proprietaria della Ranocchiaia, durante la pandemia si sono aggiunte Natalia, Sofia, Nicole e le altre. ” Volevo sfatare il mito che non potessimo fare un lavoro duro come quello agricolo”
di Andrea Vivaldi
Quell’oro giallo che nasce da un frantoio tutto al femminile. Sulle colline di San Casciano Val di Pesa, costeggiando lunghe schiere di olivi e vigneti, a lato di via Faltignano si incontra un piccola insegna bianca sopra una staccionata d’ingresso: ” Azienda Agricola La Ranocchiaia”. Si attraversa una strada sterrata per entrare nella proprietà e 30 ettari di olivi si aprono all’orizzonte. Un altro ettaro e mezzo è coltivato per il Chianti classico. Poco più avanti si incontra Natalia mentre esce dal frantoio. Nei campi Sofia si sta assicurando che gli olivi siano in buona salute in vista del prossimo raccolto. In una stanza della casa, sopra il tavolo centrale in legno, ci sono cinque bottiglie di olio, ognuna con un’etichetta diversa. Nicole le assaggia una dopo l’altra, annota degli appunti su un blocco di carta. Poi entra Judyta Tyszkiewicz, è la proprietaria. Fu lei nel 2012 a decidere che avrebbe avuto al suo fianco solo lavoratrici al femminile. E così è stato.
La Ranocchiaia è portata avanti da una passione di tutte donne. « Mio marito Gian Luca nel 2006 aveva rilevato l’azienda, prima faceva il tassista a Firenze e abbiamo deciso di lasciare il lavoro in città – racconta Judyta – poi sono subentrata io, che venivo dal mondo sanitario, mentre lui si è dedicato più alla formazione nel settore agricolo, soprattutto all’estero. Ho iniziato a lavorare al progetto del frantoio, della cantina. E da allora ho sempre avuto donne a lavorare al mio fianco».
All’inizio accanto a Judyta c’era sua sorella Natalia, che ha un passato da ristoratrice ed è mamma di un bimbo di 6 anni. Poi la squadra si è allargata. E lo scorso anno in piena pandemia è nato un gruppo di 7 donne per portare avanti l’azienda. Ognuna con trascorsi e storie familiari diverse. Un’età media poco sopra i 30 anni. Tutte unite dalla voglia di lavorare e mettersi in gioco. Sofia è una studentessa alla facoltà di Agraria, sta finendo gli esami e si sposta per la formazione direttamente sul campo, segue la coltivazione di olivi e vigneti. Donatella, mamma e prima dipendente alla Scuola Americana di Firenze, con le lezioni sospese dal Covid, è entrata nel gruppo gestendo gli appuntamenti con i clienti e della programmazione delle merci. Silvia è impegnata a turni alla produzione. Emilia invece, mamma di due figli, prima lavorava come panettiera e quando è arrivata alla Ranocchiaia ha iniziato a occuparsi del confezionamento e della pulizia degli impianti di lavorazione. « Volevo sfatare questo mito che le donne un lavoro duro come quello dell’agricoltura non possono farlo – dice Judyta -. In agricoltura spesso le donne vengono messe nel reparto amministrativo o nel marketing, qui invece le volevo nel comparto produttivo. L’anno scorso ho deciso di formare un bel gruppo dando lavoro a persone che avevano bisogno a causa del Covid, alcune di loro erano in cassa integrazione». Nicole, che in parallelo ha il sogno anche di diventare attrice, aiuta nella valutazione dell’olio, grazie a una cultura tramandata direttamente dai suoi nonni pugliesi.
In un’azienda al femminile c’è stata anche la necessità di far coesistere tante esigenze familiari diverse, tra figli e scuole. « Non è sempre facile, abbiamo trovato compromessi e ci siamo venute incontro – dice la titolare – ci sono stati anche momenti difficili. Ma abbiamo la capacità di adeguarci a situazioni complesse e alla fine siamo riuscite ad unire l’attività lavorativa alla vita familiare. Penso sia nato un frantoio solare, con visioni e abilità diverse. Gli unici due uomini de La Ranocchiaia sono mio padre e mio marito, ma loro fanno anche parte della mia vita».
C’è chi si occupa delle vendite online. Chi cura l’orto, la piscina, la cantina dove riposano i vini. Qualcuna accompagna i clienti nei percorsi di degustazione, un’altra prepara vasetti di marmellata. L’azienda è legata soprattutto alle attività stagionali, alla produzione dell’olio, quindi in alcuni momenti dell’anno il gruppo si riduce. Ma poi in vista dei nuovi raccolti la squadra si rianima, arrivano anche volti nuovi. Esperienze diverse. E la filosofia resta sempre la stessa: donne al timone.