di Pierluigi Piccini
Mauro Marzucchi ha invitato le parti a trovare una soluzione. Le parti sarebbero secondo lui, il Comune di Siena e il Conservatorio Rinaldo Franci, non è così. A questo contenzioso se ne è aggiunto un altro quello fra il Comune di Siena e la Jezzistica senese. Conflitto questo ultimo che ha portato alle dimissioni del direttore artistico Franco Caroni. Con una avvertenza che quando si legge Comune di Siena si deve intendere l’avvocato De Mossi. Tutte e due i punti il Franci e il Siena Jazz sono luoghi di eccellenza riconosciuti a livello nazionale e internazionale specializzati nell’alta formazione. Perché si sia arrivato a tanto non è comprensibile e le componenti possono essere diverse. Ci sono anche quelle delle caratteristiche personali, ma proviamo ad andare oltre. Siamo ormai in vista delle prossime elezioni, si proprio così e nella stessa maggioranza, al di là dei pronunciamenti di rito, si inizia a pensare che De Mossi non possa essere il loro candidato per il 2023. Questo comporta una reazione solitaria dell’attuale sindaco che anche attraverso le nomine cerca di costruirsi un proprio seguito. Esempio, nella proposta della nuova assemblea dei soci del Siena Jazz il Comune avrebbe sei rappresentanti in consiglio di amministrazione, la Regione uno e la Jezzistica uno così come la Provincia. Numeri che non tornano perché se il metro di misura sono i finanziamenti i numeri sono ormai noti: il Comune mette quattrocentocinquantamila euro e la Regione quattrocentomila. L’operazione nomine è in parte riuscita alla Chigiana per la disponibilità del presidente che comporta, però, una navigazione non semplice. Poi c’è l’immagine, in mancanza del Palio bisogna pure attirare l’attenzione dei media. Insomma siamo in campagna elettorale. Sono anche curioso di sapere come andranno a finire i ripetuti attacchi fatti dal sindaco a Opera Laboratori, se tanto mi da tanto, finirà a tarallucci e vino, cosa che per una serie di motivazioni mi auguro. Ma torniamo al Franci e al Siena Jazz, i contendenti non sono due, ma tre. A questo proposito sarebbe bene che il terzo si svegliasse e cercasse di mettere un po’ di buon senso là dove il buon senso scarseggia. La Provincia, per l’appunto, rappresentata dall’ottimo presidente Silvio Franceschelli, ottimo a detta del De Mossi. E vediamo: se è vero che il conflitto sollevato da De Mossi con la Franci sono i locali, la Provincia essendo la materia di sua competenza chiarisca cosa intende fare magari in una riunione a tre da rendere pubblica. Riunione che male che vada toglierebbe degli alibi e rimetterebbe le questioni nella vera dimensione. Ricordando a tutte e tre i soggetti interessati la lettera datata 12 settembre del 2019, pec ne. 70874 avente per oggetto: Convenzione del 27 aprile 2009 fra il Comune di Siena e l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Rinaldo Franci” – utilizzo locali. Ma un ruolo analogo l’ottimo Franceschelli lo potrebbe giocare per il Siena Jazz, come? La Provincia attualmente e il terzo socio dell’Accademia e lo statuto deve essere approvato con il voto dei due terzi dei soci. Bene, Franceschelli potrebbe esercitare il suo ruolo per mettere le parti intorno a un tavolo e trovare una soluzione concordata. In tutte e due i casi bisognerebbe convincere i soggetti interessati che una via legale, come da alcuni prospettato, sarebbe una sconfitta generale e della città in modo particolare.