Il duello Valentini-Scaramelli continua. Nel centrodestra le solite “idee confuse”

La stagione estiva e l’avvicinarsi del Palio hanno rallentato i lavori della politica

 

SIENA – Sarà la temperatura che non invoglia certo al movimento, saranno i primi pensieri rivolti alla Carriera di agosto; o, più semplicemente, i tempi sono effettivamente questi. Fatto sta che, al di là del “gossip” più o meno veritiero sotto gli ombrelloni, la politica senese vive delle solite schermaglie sui social, ma ancora di poca concretezza per quello che riguarda nomi e liste in vista delle elezioni del 2018.
La grande attesa prosegue.

Il Pd. In calo di iscritti, lacerato da battaglie intestine ormai endemiche, ma al Pd in molti ancora guardano: possibili alleati o avversari. Ed anche per questo alcuni tempi si allungano. I Dem non prenderanno decisioni di sorta prima del congresso, quindi prima di ottobre. Prima il segretario, dunque, poi il candidato: o, meglio, il percorso per capire come arrivare ad un nome che equilibri tutte le forze e provi a ricompattarle, senza emorragie.

Il consigliere regionale Stefano Scaramelli (che per la segreteria cittadina sembra vorrebbe Ivano Da Frassini, consigliere comunale), da queste colonne, ha tracciato la linea: primarie apertissime, anche a più candidati, avviando una nuova fase rispetto all’attuale primo cittadino Bruno Valentini.

Il sindaco però non appare troppo convinto di rinunciare al secondo mandato, del resto nelle ultime settimane sta portando qualche cambiale all’incasso e nei prossimi mesi ha tutta l’intenzione di proseguire in questo percorso. Non sarà facile, insomma, metterlo da parte, anche per le regole interne del Pd stesso.

Nomi di coloro che vorrebbero perlomeno partecipare alle primarie?
Ne sono circolati tanti: Gianni Porcellotti, Sandro Vannini, Massimo Bianchi per esempio, mentre Fulvio Bruni potrebbe entrare in competizione solo supportato da una vasta area e difficilmente passando attraverso le “forche caudine” delle primarie stesse.
Chi la spunterà?

Gli altri. A scuotere un po’ l’estate senese ci ha provato il duo Vigni-Neri con l’uscita del “manifesto” dell’Unione Popolare Senese che annuncia una chiusura del cerchio a metà settembre.
Sarà lo stesso Eugenio Neri il candidato di questa nuova coalizione?

Possibile, ma bisognerà capire come aggregare visioni della città politicamente diverse, almeno in passato. Lo sforzo dell’Unione pare principalmente questo, anche attraverso il lavoro in consiglio comunale di Giuseppe Giordano ed Ernesto Campanini.

Prosegue il suo lavoro, diviso fra blog e le consuete “passeggiate” per il centro storico, anche l’ex sindaco Pierluigi Piccini, di fatto il primo candidato per il 2018. Punta ad una lista civica propria, sperando di ricalcare quello che hanno fatto a Parma Pizzarotti o Orlando a Palermo. Difficile, non impossibile. Soprattutto se centrodestra e centrosinistra (o quel che ne rimane) non riuscissero ad intercettare quella area “grigia” rappresentata dalle varie liste civiche, di varia ispirazione.

E che Mauro Marzucchi di Siena Futura sta tentando di mettere insieme, strizzando magari l’occhiolino ad un candidato ritenuto di impatto come l’avvocato Luigi De Mossi, il quale però parrebbe più vicino ai simboli del centrodestra “puro”. In tutto questo calderone, c’è anche il Movimento Cinque Stelle, che dovrebbe sciogliere presto le riserve: pochi dubbi, tuttavia, sul fatto che i grillini non faranno alleanze.

Articolo tratto dal Corriere di Siena del 2 agosto 2017 a firma Alessandro Lorenzini