Il caso concerie agita il Pd Bonafè riunisce la direzione “Basta con lo scaricabarile”

La segretaria sarebbe stanca del rimpallo di responsabilità tra vecchi e nuovi amministratori sui controlli ambientali della zona di Santa Croce sull’Arno
di Ernesto Ferrara
« Basta con questo scaricabarile, basta farsi del male», pare si sia sfogata in queste ore coi suoi la segretaria regionale Simona Bonafè. E questa potrebbe essere la sua linea pure alla direzione regionale del Pd che potrebbe essere convocata per la prossima settimana per discutere finalmente del caso concerie, dell’inchiesta della Dda e di tutta l’onda di polemiche che si è alzata impetuosa in questi 40 giorni. Ma è davvero difficile che basti l’estintore. Che questo invito ad evitare il tafazzismo sia sufficiente. Dopo le parole infuocate di Enrico Rossi chat whatsapp e conciliaboli dem ribollono: io dissi di no ad una norma per ridurre i controlli alle concerie e il Pd se ne fregò e la fece approvare lo stesso, ha accusato l’ex governatore sollevando un altro terremoto.
Il Pd pisano è in rivolta totale contro Rossi, tutti i gruppi dirigenti dem regionali guardano a questa storia con imbarazzo e rabbia. Un autorevole esponente della giunta Giani sbotta: «Ma come fa Rossi a lavarsene le mani, che è stata tutta colpa del Pd? Primo, se si arrivò a quel testo forse fu colpa della sua giunta che non seppe risolvere un problema. Secondo, perchè disconosce l’emendamento ma poi fu la sua giunta a votare per difenderlo dal ricorso dello Stato di fronte alla Consulta? » . Eugenio Giani, il governatore, che ha voluto l’abrogazione di quell’emendamento – domani è atteso il via libera finale in Consiglio regionale – ora è pronto ad un’altra mossa a effetto: vuole chiamare e incontrare Alessia Guazzini, la studentessa del liceo Virgilio di Empoli che ha scritto una lettera a aperta per chiedere chiarezza sui veleni della strada regionale 429. Ma è come un barile bucato da più lati e per una falla che si tappa da un’altra continua l’emorragia: mentre si allarga il fronte degli amministratori dem che invocano decisioni rapide sul piano dei rifiuti e sui nuovi impianti cresce il caos intorno alla posizione di Giulia Deidda, la sindaca dem di Santa Croce sull’Arno, che in un’intercettazione sembra venire a conoscenza di interramenti del velenoso Keu sotto la 429 e fin qui ha solo spiegato di «aver fatto il bene del suo territorio » . Quel che pensano tanti, in effetti, nei Dem: « Qual è il dovere del partito di governo se non provare a risolvere i problemi dei distretti come quello conciario, dove lavorano 6 mila persone?». Un tutti contro tutti avvolto nell’ipocrisia.
Come se da un mese e mezzo il Pd toscano fosse come intrappolato in questa storia. Incapace di reagire, di affermare che rapporti esistano col distretto conciario, che da sempre finanzia la politica (anche la destra) e anche di uscire dall’angolo rilanciando sui temi ambientali. La direzione che ne avrebbe dovuto discutere è slittata finora. I maldipancia non si placano. I “ padri nobili” dei Dem toscani sono furiosi, da Vannino Chiti a Rosy Bindi. Ma nei gruppi dirigenti si fatica a trovare commenti ufficiali. Si spinge solo Iacopo Melio, consigliere regionale del Pd: « Credo che il Pd abbia il dovere morale e politico di affrontare di petto questa vicenda, rispondendo ad Alessia e a tutte quelle ragazze e ragazzi che non credono più in una politica buona e giusta, e che noi adesso possiamo ricostruire con un nuovo partito che abbia in modo più chiaro la direzione della trasparenza nei rapporti pubblico- privato e della giustizia ambientale. E non dobbiamo farlo per accusare qualcuno, sostituendoci alla magistratura, ma per rispetto verso quei bambini citati da Alessia, e per tutelare la dignità della nostra bellissima terra. Il Pd torni a dare speranza anche da queste prese di posizione » . Eppure nei Dem c’è anche il partito del rinvio della direzione perchè «quello che è accaduto è solo politica».
«Noi le concerie le abbiamo obbligate ad avere l’autorizzazione integrata, che impone maggiori controlli. I santacrocesi chiedono meno controlli e il Consiglio regionale porta in aula un emendamento e il presidente Giani lo mette in votazione modificando la legge con questo metodo surrettizio e subdolo » ha sbottato nei giorni scorsi Rossi. Abrogare ora quell’emendamento basterà? «Il punto è l’immagine che abbiamo dato e diamo come partito. Succubi di interessi privati allora, e ora incapaci di ribattere», osserva un autorevole dem toscano, persuaso che Rossi abbia fatto bene a scaricare i dem firmatari dell’emendamento PIeroni, Nardini, Mazzeo e Sostegni. La direzione non ha ancora una data ma si annuncia infuocata.
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