Il Campansi non ha bisogno di Calici di Stelle

Da qualche settimana, lontano da riflettori e social (utili, ma ogni tanto serve anche un po’ di sano anonimato) vado al Campansi a trovare un ospite, oggi così li chiamano, cui tengo molto, una signora di novantacinque anni. Durante queste visite ho incontrato diversi ospiti con cui, spesso, mi fermo a chiacchierare. Al “Calici di stelle”, qualche giorno fa, proprio al Campansi, era prevista la presenza di diverse personalità. Durante la cosiddetta festa ero lì, in disparte, per non creare imbarazzo a nessuno. Un po’ di riservatezza, tanto più necessaria, da quando il vivere quotidiano mi ha insegnato a stare a distanza, a vedere ciò che accade con gli occhi dei cittadini, delle persone, che poi questo siamo. La festa si è svolta come tutti i ricevimenti di questa natura, ma confesso che umanamente ho provato dispiacere per una sensazione che ho raccolto e sentito io stesso. Era come se i festeggiati non fossero gli anziani ma alcuni “ospiti esterni”, che magari pensavano di raccogliere qualche applauso. Gli anziani, al contrario, sono rimasti indifferenti, interessati più che altro al rispetto degli orari. Chi frequenta il Campansi sa che il pasto è fissato per le 18,30 e gli ospiti vivono questo appuntamento come uno dei pochi diversivi della giornata. Il vino e la tartina non fanno parte delle loro preferenze alimentari, il vino poi non ne parliamo. Anche gli operatori, quelli che si prendono cura degli anziani, non hanno, nella stragrande maggioranza, partecipato alla festa. Non posso dire degli “ospiti esterni” attesi, perché quando sono uscito, non erano ancora arrivati, ed era già passata circa mezz’ora dall’inizio dei festeggiamenti. Ho sentito in lontananza il saluto del presidente del Campansi e sentendolo sono rimasto un po’ stupito, mi sono chiesto se avessero partecipato all’organizzazione dell’evento, vista la freddezza nella quale si stava svolgendo il tutto. Freddezza che non si riscontra, normalmente, quando la casa di riposo organizza le varie iniziative per gli anziani. Allora? Allora, tutto normale e tutto inutile, resta solo l’amaro in bocca di una serata in cui a essere festeggiato non era chi merita davvero le nostre attenzioni.