O. R.
Riaprire le scuole a settembre? Senza un intervento straordinario del governo per garantire le necessarie risorse umane non sarà possibile. Se non a prezzo di pesanti tagli d’orario e con il ricorso sistematico alle piattaforme digitali. È l’allarme lanciato ieri mattina — all’unisono — dai sindacati della scuola, sempre più in rotta di collisione con Lucia Azzolina. La replica della ministra non si è fatta attendere: «La scuola riaprirà regolarmente il 14 settembre, escludo nuovi lockdown». Peccato che molti istituti saranno costretti a richiudere subito dopo: oltre alle amministrative già in programma, proprio ieri il presidente Sergio Mattarella ha firmato i decreti di indizione del referendum e delle elezioni suppletive per il 20 e 21 settembre.
In realtà la questione sollevata dai rappresentanti dei lavoratori è un’altra: non che le scuole non riescano a riaprire, ma che — al netto di eventuali nuove chiusure localizzate — il prossimo finisca per essere un altro anno a metà, fra ingressi e uscite scaglionati, lezioni da 40-45 minuti al massimo, orari ridotti e ancora tanta didattica a distanza, soprattutto alle superiori.
Una situazione che il leader della Cgil Scuola Francesco Sinopoli sintetizza così: «Oggi le condizioni per la riapertura delle scuole in presenza non ci sono: inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene, bisognerebbe essere onesti. Serve un organico straordinario che al momento non c’è». «Siamo preoccupati che, poiché il tempo scuola si ridurrà, si torni alla didattica a distanza — prosegue —, mentre noi sindacati vogliamo che si ritorni in classe. Abbiamo bisogno di un decreto legge sulla scuola».
Le elezioni
Mattarella ha firmato i decreti: referendum e suppletive il 20 e 21 settembre
La ministra si è impegnata a chiedere 80 mila nuovi docenti per riempire i posti liberi quest’anno, ma soprattutto al Nord mancano i candidati: per materie come matematica alle medie le graduatorie dei precari e quelle dei concorsi sono esaurite da tempo. Già l’anno scorso di 53 mila assunzioni autorizzate dal Mef meno della metà (25 mila) sono andate a buon fine. E quest’anno i supplenti potrebbero raggiungere la cifra monstre di 250 mila. «Azzolina mente sapendo di mentire — dice Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl scuola —: non può illudere le famiglie facendo credere che ci saranno 80 mila nuovi prof».
«Mentre la casa brucia — aggiunge il segretario della Uil Scuola Pino Turi — la ministra si preoccupa di chiamare l’arredatore. Non c’è la consapevolezza che siamo in emergenza. Servono più spazi, una riduzione di alunni per classe e più docenti». «La ministra vive su Marte», taglia corto Elvira Serafini, Snals. E Rino Di Meglio, della Gilda: «Il ritardo è spaventoso e lo scaricabarile su scuole ed enti locali intollerabile».