I ribelli no-dad a lezione davanti alla scuola chiusa “Meglio qui che a casa ”

Ieri iniziativa di cinque ragazzi e di una prof del liceo scientifico Castelnuovo “ bloccato” dalla Zona rossa: “ Noi studenti stiamo pagando il prezzo più alto”
di Valeria Strambi
In piedi davanti al portone della scuola, con lo zaino sulle spalle e in mano un taccuino per prendere appunti. Cinque studenti del liceo scientifico Castelnuovo di Firenze, ieri mattina, hanno lasciato la loro cameretta per seguire la prof e andare ad ascoltare la sua lezione in presenza, sul marciapiede che si trova proprio all’ingresso dell’istituto. Maria Angela Vitali insegna fisica e matematica da diversi anni e, dopo mesi di didattica a distanza tra il lockdown dello scorso marzo e il nuovo stop imposto dall’ultimo dpcm del governo, ha deciso che era il momento di fare qualcosa.
« Gli studenti stanno pagando il prezzo più alto e dopo averli visti venire qui la scorsa settimana e sedersi a terra con il computer sulle ginocchia ho capito che dovevo esserci anch’io — racconta la docente, che ha avuto l’appoggio di molti colleghi e il sostegno della stessa preside del liceo —. Mi preoccupa la demotivazione che leggo nei loro occhi quando seguono la mia materia attraverso lo schermo. Non credo di aver fatto niente di eccezionale, oggi faremo la stessa lezione di sempre, ma la faremo davanti alla scuola».
Così, prima di iniziare a parlare di energia termica e di come i fenomeni fisici evolvono in un certo modo, è il momento dell’appello. Lì davanti a lei alzano la mano due studentesse e tre studenti, mentre collegati da casa ci sono tutti gli altri. «In molti avrebbero voluto essere qui stamattina, ma non era semplice raggiungere l’istituto — racconta Giulia, una delle ragazze —. C’è chi abita in un altro Comune e c’è chi avrebbe dovuto prendere i mezzi per arrivare, così siamo venuti noi che potevamo usare il motorino o semplicemente fare una passeggiata a piedi. I nostri compagni, però, ci hanno chiesto di essere qui anche per loro ».
La lezione, la prima del genere in Italia svolta in presenza durante l’orario scolastico, è stata fortemente sostenuta dal comitato di Priorità alla scuola, che dall’inizio dell’emergenza sanitaria si sta battendo per il diritto allo studio e perché i ragazzi possano continuare a fare lezione in aula. «Non ci fermeremo — commentano Costanza Margiotta e Filippo Benfante del comitato —. Tanti insegnanti hanno risposto con entusiasmo al nostro invito e nei prossimi giorni ci saranno altre lezioni in presenza. Ora che la Toscana è zona rossa e molte altre scuole sono chiuse, pensiamo di organizzare presidi didattici anche con i ragazzi delle medie accompagnati dai genitori».
Mentre la professoressa Vitali chiede ai ragazzi se ci sono dubbi o domande, gli autobus continuano a sfrecciare alle spalle degli studenti. Un cane che abbaia fa da sottofondo alla voce della docente e i rumori dei clacson disturbano il fluire del discorso. Niente a che fare, però, con le mille interruzioni che si presentano ogni volta che si è collegati a un tablet o a un computer: « Per quanto la lezione di oggi non sia stata semplicissima da seguire a causa dei fattori esterni, è comunque stata meglio di quelle fatte in dad — aggiunge Giulia —. In quei momenti salta spesso la connessione, la voce della prof è a intermittenza e la mancanza di contatto visivo pesa tantissimo. Le distrazioni sono continue ed è impossibile restare concentrati. È stato bello rivedere i miei compagni e la professoressa, lo rifarei senz’altro. Anche se eravamo in piedi e non c’era la nostra aula di sempre ad attenderci».
Firenze – la Repubblicafirenze.repubblica.it