di Pierluigi Piccini
Bisognerebbe chiamare le cose con il proprio nome. E a proposito di Siena Aperta e del suo esponente di punta sarebbe utile ricordare che l’alleanza con Valentini e Piccini naufragò sulla presidenza del Consiglio Comunale altro che chiacchiere. È vero che il Movimento Siena Aperta non l’ha ottenuta neppure con De Mossi, ma è vero che la mancanza l’incarico di presidente è stata compensata con diverse nomine non solo nelle partecipate. Frutto di quegli accordi non sanciti dall’apparentamento, ma da strette di mano, ne sa qualcosa lo Sportelli. Sbaglio o Marzucchi supportava alle elezioni amministrative a Siena proprio quest’ultimo. Poi ognuno dei supporter ha fatto i suoi quattro passi nel parco e si ha il coraggio di parlare di civismo. La logica è sempre la stessa quella che in un altro articolo ho chiamato lobby politica che sta condizionando anche questa campagna elettorale per le regionali. Tant’è vero che i contenuti sono ben lontani dagli interessi dei partecipanti alle varie discussioni civiche. Anche in Consiglio c’è chi si assenta, chi non partecipa al voto, chi fa solo dichiarazioni di schieramento, chi mette la toppa di sinistra a una maggioranza di destra. Le compensazioni avvengono altrove e con molta probabilità gli interlocutori per la Regione non sono nel centrodestra.
Dalle Regionali alle Comunali del 2023: si accende lo scontro tra gli esponenti civici Sena Civitas pensa al ‘toto-sindaco’, critiche severe da Siena Aperta
SIENA
Con un lungo post su Facebook il consigliere comunale di Sena Civita, Pietro Staderini, apre il ragionamento sul ‘toto-sindaco’: «L’anno di metà mandato è il periodo chiave per “rallevare” lo sfidante. Nel Pd si comincia a somatizzare il lutto e comprendere che nessuna partita potrà essere giocata con la carta Valentini. Rifanno capolino i possibili competitor di un tempo». E ancora: «Nomi? Ci sono. La situazione si presenta a ‘più colori’. Ma anche tra alcuni componenti della maggioranza c’è fermento. Sotto sotto, in ambienti non sospetti si ragiona, si sonda, si cerca». Staderini continua: «Nel 2023 nel centrodestra ci sarà poco spazio per cavalli nuovi, ammesso che ai partiti continui a stare bene il ruolo secondario a cui sono relegati. Spazio ci sarà per una candidatura alternativa. Altra strada? Un Pd disponibile a sostenere una candidatura a sindaco nuova, vicina ai sentimenti civici». E interviene anche Siena Aperta: «Le liste civiche durano una consiliatura. Attraggono i voti di elettori diversi tra loro ma che individuano in un progetto e in una persona, il punto di riferimento. Il trasferimento di questo consenso in elezioni diverse (regionali, politiche, europee) è più un’aspettativa che una realtà. E le delusioni sono certe come i rischi di spaccare un movimento unito nella prospettiva comunale. Per questo la prudenza diventa virtù e l’arroganza quasi sempre punita». La prova? Il «disastro dell’accordo Valentini-Piccini»: «La tenuta di un voto civico non supera una settimana se fa scelte politiche in contrasto con quelle civiche e se si scontra con avversari credibili. E’ quello che è avvenuto a Siena con la candidatura De Mossi. I candidati regionali faranno bene a evitare venditori di fumo».
La Nazione Siena 17 luglio 2020