Identificata spesso con il potere, Mosca ha in realtà un’anima ostinatamente ribelle. Dalla rivolta del rame del 1662 alla Rivoluzione d’ottobre, dai demoni di Sergej Necaev eternati da Dostoevskij fino alle proteste anti-governative del 2011-2012 e a quelle attuali, la vecchia capitale russa si rivela popolata da anarchici, dissidenti e artisti capaci di appropriarsi dei luoghi-simbolo del dispotismo e di mutarli radicalmente di segno. Prefazione di Gian Piero Piretto.