Grillo: io anziano, serve un trentenne e Fico giù dal palco diventa un caso.

RIMINI Un avvio sotto il segno da un lato di Roberto Fico, escluso dagli interventi sul palco, e dall’altro di Beppe Grillo, rimasto a lungo chiuso in albergo prima di confermare il suo nuovo passo di lato. Italia 5 Stelle a Rimini si apre con un doppio choc e con una partecipazione degli attivisti abbastanza fiacca, anche per il venerdì feriale. Mentre Luigi Di Maio rimane defilato in attesa dei risultati della votazione (si parla di 60-70 mila preferenze espresse, respinti secondo l’Associazione Rousseau alcuni attacchi hacker) per il candidato premier, a far parlare è l’assenza di Fico dopo le tensioni con i vertici e le polemiche interne. Grillo invece con poche parole spazza via i dubbi sul futuro suo e del Movimento. «Le decisioni importanti le prenderanno sempre gli iscritti ma è importante — dichiara — che ci sia un ragazzo di trent’anni che, se sarà eletto, andrà a parlare con i capi di Stato. Io comunque ci sono, sono il papà e il fondatore». Un assist molto chiaro.

Oggi sarà il giorno di Di Maio che, salvo clamorose sorprese, sarà designato candidato premier dei Cinque Stelle nonché «capo politico» del Movimento. E subito si comincerà a parlare della squadra di governo che i Cinque Stelle proporranno. Negli ultimi mesi Di Maio ha già costruito intorno a sé una struttura, un nucleo di fedelissimi con compiti e ruoli precisi. Il vicepresidente della Camera ha al suo fianco un consigliere politico, Vincenzo Spadafora; molto probabilmente anche il capo della comunicazione del Movimento, Rocco Casalino, avrà un ruolo determinante pure nelle strategie comunicative del candidato premier. Ma i tasselli di questo puzzle non si esauriscono qui. Ci sono i «pretoriani» Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro e Danilo Toninelli, che sono i punti di riferimento nei contatti con il gruppo parlamentare e nella gestione dei territori (anche se i referenti per gli enti locali potrebbero aumentare presto). A fare da raccordo con i vertici ci sono i membri dell’Associazione Rousseau, Max Bugani e David Borrelli (che fa da ponte anche con i pentastellati a Strasburgo). Significativo è poi il ruolo del consigliere regionale lombardo Stefano Buffagni, unico eletto ad accompagnare qualche settimana fa Di Maio al Forum Ambrosetti, uomo di dialogo con il mondo economico milanese e — si mormora — futuro ministro dello Sviluppo in un esecutivo M5S.

Il Nord rimarrà uno dei cardini su cui punterà Di Maio se eletto candidato premier. Non a caso il vicepresidente della Camera ha in agenda per dopodomani, lunedì, un incontro a Milano che potrebbe trasformarsi nella sua prima uscita pubblica da leader del Movimento. I temi sono i giovani, l’occupazione e il concetto di «smart nation» che il deputato campano ha lanciato a Cernobbio. Un appuntamento per aprire un canale, un assalto verso il Nord, tallone d’Achille nei sondaggi dei Cinque Stelle.

Emanuele Buzzi