di Pierluigi Piccini
Secondo Orlando Pacchiani (Nazione dell’11 luglio 2017: Il calderone delle liste civiche, chi sta con Piccini?) io sarei o di destra, o civico. L’articolo ha una impostazione vecchia, tradizionale della politica senese, molta acqua è passata sotto i ponti e gli elettori sono più intelligenti delle etichette che gli si vorrebbe mettere, anche quelli di sinistra (studiando il sondaggio l’ho ben capito).
La paura della destra o del civismo per ricompattare la sinistra intorno al Pd, non funziona più e il giochetto è troppo sfacciato per riuscire. Ricordo a Pacchiani che la prima giunta di tipo ulivista in Italia è quella del 1993 al Comune di Siena, così tanto per dire. Il simbolo dell’Ulivo è nato proprio in quella fase fra l’assessore Calabrese e il grafico senese Andrea Rauch, ora come la mettiamo?
Oggi siamo in una situazione diversa bisogna rilanciare la città e ci misureremo, con gli elettori, sui progetti e sulla credibilità degli uomini e delle donne che decideranno di impegnarsi per questo obiettivo al di là delle etichette. Personalmente preferisco che il giudizio di una presunta appartenenza avvenga non a priori, ma sulla qualità del progetto per la città e lì ne vedremo delle belle, anche come il mondo politico tratteggiato dal Pacchiani sia, nei fatti, diverso da come lo si vorrebbe far apparire.
E’ sicuro il giornalista che questa sia una giunta di sinistra? Io ho molti dubbi a questo proposito non superati dai bollini dell’ufficialità. Turismo, cultura, welfare sociale e urbano, pianificazione territoriale, mobilità e sosta, occupazione, politche di bilancio, gestione della macchina amministrativa, ecc., su questo e altro vedremo chi è veramente innovativo, chi ha la capacità di rompere i blocchi sociali e di potere che hanno fatto regredire e mortificato Siena e proporre un futuro credibile (strategico e autonomo) per il nostro territorio.