DIRITTI E VALORI
L’operazione si presenta complicata, le contestazioni saranno innumerevoli, strumentali o legittime, ma il principio è stato affermato in modo autorevole dalla Corte di giustizia dell’Unione europea: lo Stato italiano deve recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa e dal no profit. La cifra stimata (dall’Anci) è ragguardevole con i tempi che corrono per l’Italia: attorno ai 4-5 miliardi. Che cosa farà adesso «il governo del popolo» giallo-verde? Come reagirà la Chiesa «aperta» di Francesco? Probabilmente né gli uomini di governo né gli uomini di Chiesa si rendono conto che non si tratta soltanto di soldi e benefici materiali, ma dell’idea semplice e concreta della laicità dello Stato. Invece probabilmente, in modi diversi ma speculari, penseranno che siano in gioco sentimenti di ostilità o di benevolenza verso la Chiesa – se non addirittura di fede religiosa . Che cosa succederà? È probabile che gli uomini di Chiesa rimangano zitti, sperando che con quello che sta succedendo, la faccenda finisca nel nulla. Dopotutto tocca al governo italiano prendere l’iniziativa. Non c’è più l’alibi offerto nel 2016 dal tribunale Ue che parlava di impossibilità di recupero delle tasse non versate nel periodo 2006-2011 «a causa di difficoltà organizzative». Con tono fermo ora la Grande Chambre della Corte di giustizia denuncia che si tratta di inefficienza dello Stato italiano, di difficoltà interne esclusivamente ad esso imputabili. «Avrebbe dovuto esaminare nel dettaglio l’esistenza di modalità alternative volte a consentire il recupero, anche soltanto parziale, delle somme». Al contrario quel condono tombale è stato una turbativa di mercato, un aiuto di fatto di Stato alla Chiesa e alle organizzazioni non profit. Ma a questo punto il governo non saprà che cosa fare. Da un lato, tutto proiettato a denunciare le ingiustizie, le magagne, le inadempienze dei governi precedenti, si vede tra le mani un nuovo motivo di accusa per chi lo ha preceduti – con in più la prospettiva di ricuperare qualche preziosissimo miliardo. Ma dall’altro lato, è difficile vedere il premier Giuseppe Conte, devotissimo di Padre Pio e del suo sistema d’accoglienza e assistenza, mettere in difficoltà gli uomini di Chiesa. Non sarà da meno Matteo Salvini, che dopo la sua esibizione in piazza Duomo con Vangelo e rosario, è apparso recentemente nel giro sociale (e mediatico) con la statua della Madonna di Medjugorje alle spalle. Oltre tutto sarà pure imbarazzato di fronte ad una iniziativa presa da una delle molte istituzioni europee da lui tanto malviste. In breve probabilmente «il governo del popolo» vedrà in questa vicenda una grana in più anziché un’opportunità per un coraggioso atto di «laicità» – concetto per la verità assente nel suo lessico.