GEOGRAFIE DI ANTONELLA ANEDDA

La sua è la chiarezza conquistata a fatica di un poeta che fa musica dal quotidiano.
Times Literary Supplement
Un bellissimo libro.
Daniele Giglioli , La Lettura
Ci fa pensare che sia ancora possibile immaginare una realtà che non sia tutta ridotta a polvere e scarto.
Alberto Asor Rosa, la Repubblica
Leggere le prose poetiche di Antonella Anedda è un viaggio fisico e sentimentale, un esercizio ottico per l’anima
Luca Mastrantonio , Sette
Antonella Anedda è una di quelle voci che sanno coniugare – cosa rara – i caratteri della poesia più densamente espressiva con le ragioni di quella più raffinata e analitica. Già stabilmente accolta nel canone letterario dei nostri giorni, dalla sua prima raccolta di versi, Residenze invernali del 1992, all’ultima, Historiae del 2019, l’autrice ha mantenuto intatta la propria vocazione originaria, in un tragitto che ha visto affilarsi sempre più gli strumenti e le tecniche di una poesia originale, spesso sorprendente, a tratti ironica. In questo suo nuovo libro, dove la lingua poetica è magistralmente cucita nella stoffa della prosa, Anedda parla di luoghi, dalla foresta pietrificata di Lesbos al monte Toc, di isole e di mari, usuali e allo stesso tempo straordinari. Ma sullo sfondo di Geografie, dietro i luoghi che evoca, c’è la riflessione sul significato profondo dei mutamenti, siano questi biologici o geologici, politici o climatici.