Castiglione d’Orcia, presentato il progetto dell’archistar per le terme chiuse da anni
Jori Diego Cherubini
CASTIGLIONE D’ORCIA (SIENA) In pochi anni Bagni San Filippo, a Castiglione d’Orcia (Siena), è passato da posticino per «pochi eletti» a luogo frequentato da turisti da tutto il mondo. Motivo? Le acque bollenti che in milioni di anni hanno dato vita a formazioni calcaree, cascatelle e piccole vasche immerse nella natura.
Oggi un progetto di ristrutturazione vuole riportare in auge la parte termale — chiusa da diversi anni — con i lavori affidati dalla società Nuove terme di San Filippo all’archistar Massimiliano Fuksas: «Siamo orgogliosi — racconta lui — di contribuire alla riqualificazione di una struttura così importante nel territorio della Val d’Orcia, luogo a cui sono profondamente legato». Tra due settimane il progetto sarà al vaglio dell’amministrazione.
Al centro di tutto, l’acqua e il territorio circostante: «Costruiamo il meno possibile — prosegue — visto che il valore aggiunto è dato da un paesaggio tipicamente italiano, e toscano, inserito in una delle zone che considero tra le più belle al mondo; si tratta di uno dei progetti più ambiziosi a cui ho lavorato e sono certo che diventeranno un importante punto di riferimento del settore turistico internazionale. Non vediamo l’ora di mettere la prima pietra».
Il disegno prevede un’architettura sostenibile: «A partire dalla struttura alberghiera, dove la facciata è costituita da lamelle frangisole in legno che ricostruiscono idealmente il profilo della collina». All’interno una terrazza panoramica-solarium, suite, ristorante stellato, piscine termali (coperte e scoperte), parcheggi interrati, medici specialistici e un parco realizzato seguendo la morfologia del territorio.