Fondi immobiliari, altri flop Poste valutano un intervento per chi ha perso circa il 25%.

Ultimo giorno in Borsa per quattro prodotti Bilancio a due facce ma ormai il mattone ha scarso appeal
vittoria puledda,
milano
Ultimo giorno di contrattazioni in Borsa per quattro fondi immobiliari. Rispetto al disastro di Irs – Invest Real Security di un anno fa – stavolta è andata meglio. Anzi, in due casi su quattro è andata benissimo. Ma nonostante i buoni risultati di questi prodotti, tutto sommato anche questa nuova tornata di fondi immobiliari giunti a scadenza – per la liquidazione definitiva ci vorranno ancora un paio di mesi – fanno poco rimpiangere questo tipo di strumenti, giustamente caduti nell’oblio negli ultimi anni.
E anche questa volta c’è un elemento in comune, con Invest Real Security ( che a suo tempo aveva chiuso con una perdita intorno al 60%): il fondo peggiore del gruppetto attuale, Europa immobiliare 1 ( Vegagest) è stato distribuito principalmente da Poste italiane nel 2004, quando ad era Massimo Sarmi: strumenti collocati allo sportello e anche solo per questo percepiti come “sicuri” dalla clientela, abituata a considerare l’ufficio postale come il massimo dell’affidabilità. Ebbene, questo fondo tra qualche mese verrà definitivamente liquidato e, facendo una serie di stime e proiezioni che poi andranno confermate dal gestore del fondo ( gli immobili venduti nelle ultime settimane, la forte liquidità presente nel fondo, le spese di chiusura e le commissioni, difficili ora da valutare), Europa immobiliare potrebbe chiudere con una perdita intorno ad un quarto del proprio valore. Del resto, la stessa società ha reso noto che, in base alle proprie stime il rendimento del fondo dovrebbe attestarsi in un range annuale compreso tra il -2,89% e il -2,68%.
E’ il caso peggiore, che chiama ancora una volta in causa Poste. Anche Matteo Del Fante sembra intenzionato – come il suo predecessore Francesco Caio – a studiare forme di ristoro per i sottoscrittori, ma i ragionamenti sono ancora allo stadio embrionale, anche perché fino al momento della liquidazione non ci sono dati certi: è immaginabile tuttavia che anche in questo caso Poste vogliano venire incontro ai sottoscrittori. Preparandosi poi ad affrontare il caso Obelisco ( Investire immobiliare) che sempre collocato alle Poste e attualmente in rosso di circa l’80%.
Bilancio in rosso, anche se meno doloroso, per Delta immobiliare (Dea Capital real estate), collocato nel 2006. Rispetto ai punti di minima a 23 euro per quota ( nel 2012), il recupero ai valori di fine corsa ( 85 euro) è stato spettacolare; ma non sufficiente per evitare di chiudere in rosso il bilancio di fine periodo, per chi avesse sottoscritto il fondo nel momento della sua quotazione in Borsa. Ha pesato in questo caso la specializzazione del fondo, gli immobili turistici, che hanno pagato pegno alla crisi economica oltre che al forte calo del valore degli immobili (elemento comune a tutti). La scelta della diversificazione con una multisala cinematografica ha attutito il colpo. Andamento positivo invece per l’altro fondo gestito da Dea capital – Beta – e per il fondo Tecla di Prelios: in entrambi i casi il bilancio dalla quotazione, sempre nel 2004, segna un guadagno complessivo superiore al 40%. Ma anche per loro valgono i punti deboli dei fondi: scarsissima liquidità, necessità di vendere il patrimonio a scadenza – e quindi di essere esposti al rischio di svendere – potenziali conflitti di interesse nella fase iniziale dell’apporto degli immobili. Non a caso, il fondo Beta ha venduto gli ultimi immobili in portafoglio tagliando drasticamente sul prezzo: gli ultimi quattro sono stati ceduti con uno sconto di circa il 35% rispetto al valore di libro al 30 giugno scorso mentre la vendita dell’immobile di Latina è avvenuta a circa il 40% sotto il valore stimato sei mesi fa. E finora non hanno avuto troppa fortuna a decollare anche le Siiq, l’alternativa per quotare il mattore senza passare per un fondo.
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/