Fondazioni, chi investe in cultura e welfare avrà lo sconto fiscale

Nuovo patto di sussidiarietà Acri-Tesoro nella legge di Bilancio: si tratta per un taglio delle tasse in cambio di interventi nei settori più bisognosi
di Andrea Greco
MILANO — La legge di Stabilità 2020 dovrebbe contenere anche un taglio alla tassazione delle Fondazioni bancarie, quintuplicata in sei anni e che nel 2019, con 510 milioni all’Erario, rappresentava di gran lunga il primo settore d’intervento degli 83 enti associati Acri. A quel che si apprende i tecnici del governo stanno studiando i modi più adeguati e le coperture finanziarie: a regime si stima che il settore potrebbe risparmiare fino a metà rispetto all’ultima dichiarazione.
Tutto, però, a fronte di una nuova “sussidiarietà fiscale”, per cui gli enti ex bancari si impegnerebbero ad aumentare le erogazioni – un miliardo di euro complessivi quest’anno – potenziando gli interventi a fianco dello Stato in settori ritenuti cruciali quali educazione, welfare personale e cultura.
La trattativa tra l’Acri e il Tesoro va avanti dalla primavera, quando si comprese che le richieste di aiuto dalle comunità sarebbero cresciute esponenzialmente a causa del Covid- 19. Ed è quasi pronto il testo di un articolo da inserire nella legge di Stabilità, approvata salvo intese lo scorso fine settimana: manca solo che il tavolo tecnico trovi la quadra tra agevolazioni e coperture. L’ipotesi iniziale era decurtare gradualmente la base imponibile per i dividendi incassati dalle Fondazioni: voce che vale il 25% delle loro entrate annuali, essendo azioniste residuali della maggior parte delle banche italiane. L’aliquota sui dividendi, fino al 2014 al 5% dell’imponibile, venne alzata al 77,74% l’anno dopo dal governo Renzi, e crebbe al 100% due anni fa. Per questo paradosso, per cui anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a fine 2018 chiese di «evitare tasse sulla bontà», le cedole incassate da questi enti non commerciali sono ben più tassate di quelle delle imprese private (il cui imponibile è rimasto al 5%). La prossima misura potrebbe ridurre, con gradualità, l’imponibile sui dividendi. Tuttavia, per ragioni di copertura e per il fatto che il veto della Bce ai dividendi delle banche priva almeno per il 2020 le Fondazioni di questa fetta di reddito, il Tesoro studia un’alternativa consolidata, che riguarda il credito d’imposta. Uno sconto sui tributi a fronte di investimenti, che il governo già assegna all’Acri su iniziative come Art bonus, welfare di comunità, Fondo sulla povertà educativa minorile: e che presto potrebbero vedersi ampliare le agevolazioni.
I denari tolti al Fisco, nell’intorno dei 200 milioni a regime in base a prime stime, rinsalderanno un nuovo patto di collaborazione tra il governo e le Fondazioni, già sodali del Tesoro dentro la Cdp di cui hanno il 16%. La “sussidiarietà”, che vede questi enti – dotati di patrimoni per 40 miliardi – muoversi a complemento dello Stato, finora si limita agli interventi a valle, nei settori prescritti dalla legge Ciampi. Ora invece si dovrebbe introdurre una sussidiarietà “in entrata”, per cui il governo rinuncerà a parte del gettito per affidarlo a enti privati esperti dei loro territori, con ricadute amplificate dalle collaborazioni con altri soggetti che in media triplicano la portata dei loro interventi rispetto a quelli statali.
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