di Pierluigi Piccini
Cosa sta succedendo al Santa Maria della Scala? Sembra che ci sia uno stallo operativo nella definizione di alcuni passaggi formali. Passaggi che poco hanno a che vedere con il programma culturale, anzi propedeutici a quest’ultimo. Forse ci sarebbe voluto, in questa prima fase, un presidente della Fondazione con competenze diverse al posto dell’attuale. Sembra di capire che il Comune sia in attesa della risposta del Prefetto per la definizione della forma giuridica, meglio se la “bozza” di Statuto approvata in Consiglio comunale risponda nell’articolato agli Enti del Terzo Settore. Una risposta che non sarà facile vista la materia in fase di definizione e soggetta ad integrazioni continue: basti pensare al ddl concorrenza del 2021 che delega il governo ad intervenire e razionalizzare il rapporto tra servizi pubblici locali e partenariati previsti nel terzo settore nonché la necessità di regole chiare sul rapporto tra terzo settore e pubblica amministrazione. Staremo a vedere cosa il governo definirà nell’apposito decreto legge che seguirà il disegno di legge.
Ma nell’attesa è proprio impossibile definire i pilastri giuridici operativi della Fondazione capaci di metterla in attività? Mi riferisco: 1) la convezione tra il Comune e la Fondazione sui beni mobili, immobili e sui servizi; 2) l’organigramma dell’ente con le funzioni e le relative responsabilità; 3) la definizione della struttura dei dipendenti. Cosa gestisce la Fondazione e a che titolo per fare cosa e con quale personale: qui fait quoi. Senza la determinazione di questi tre passaggi la Fondazione Santa Maria della Scala non potrà partire e avviare finalmente la sua gestione in autonomia. La sensazione che si riceve è che non si abbiano le idee chiare e nella non definizione si perde nuovamente tempo. L’augurio che facciamo che vengano ripresi in mano i singoli dossier e si sblocchi la situazione al più presto altrimenti il lavoro di mesi rimarrà ancora indefinito.