Flat tax per le aziende? Meglio tasse «slim» e «smart».

 

L’angolo delle idee I commenti
Adempimenti «leggeri» e incentivi «intelligenti» a chi investe nell’impresa e nella crescita
La discussione sulla fiscalità delle imprese è un tema fondamentale in quanto può contribuire in misura incisiva sulla crescita o, al contrario, costituirne un freno. La proposta di flat tax, seppure attraente nel messaggio che offre, rischia di diventare solo uno slogan se la fiscalità non è prima che «flat» soprattutto «slim» e «smart». Questo perché l’aliquota Ires che le imprese pagano assomiglia già molto a una tassa flat ed occorre riconoscere che ha già subito notevoli riduzioni: dal 2004 ad oggi è passata infatti dal 37% fino al 24%. E l’Irap, oltre ad avere avuto una lieve riduzione (dal 4,25% al 3,90%) ha visto eliminare il problema dell’indeducibilità dei costi del lavoro.
Il tema rilevante da affrontare con forza è invece la complessità della tassazione che grava sulle imprese e la struttura degli incentivi. Nel primo caso, le imprese sono vessate non tanto da un’aliquota di imposta alta (che è in linea o addirittura più bassa rispetto a tanti altri paesi europei) ma dalla numerosità di tasse, accise, adempimenti amministrativi e imposte – locali e specifiche della singola attività – oltre al cuneo fiscale che grava sul lavoro che rendono opprimente e complesso da gestire il carico tributario nel suo complesso.

Nel secondo caso, la fiscalità può essere usata come potente strumento di incentivo per mettere in pratica comportamenti virtuosi, decisivi per la crescita. Esempi al riguardo sono: l’incentivo all’utilizzo del capitale di rischio (premiando aumenti di capitale e accantonamento di utili) e alle forme di finanziamento che utilizzano il mercato; il sostegno alle operazioni di crescita attraverso le acquisizioni; il supporto agli investimenti sia materiali che immateriali e tecnologici, che già è avvenuto con super e iper ammortamento. La fiscalità non è quindi solo «un’antagonista» da domare – livellando ulteriormente il prelievo verso il basso – ma può diventare un fattore produttivo che spinge e indirizza le imprese a comportamenti virtuosi, in presenza soprattutto di un quadro normativo più semplice.

Molti Paesi, a partire dalla Francia, dagli Usa e dalla Gran Bretagna, hanno utilizzato la leva del meccanismo fiscale per spingere ad un utilizzo più forte dell’equity, che costituisce un elemento fondamentale di sviluppo delle imprese. Una fiscalità più semplice, leggera e soggetta ad una drastica cura dimagrante per il numero di norme (quindi «slim») e soprattutto agile e pronta a cogliere quelle aree di fabbisogno che sono così importanti per i nostri imprenditori. Anche la tassazione deve essere smart. Proviamoci.

 

Corriere L’Economia. https://www.corriere.it/economia/