di Fulvio Paloscia
Dall’antica città delle ” botteghe” dove i grandi pittori del Rinascimento si circondavano di allievi per insegnare i segreti del loro meraviglioso mestiere , alle residenze d’artista di oggi. Nei finanziamenti somministrati dall’assessorato alla cultura di Palazzo Vecchio contro la crisi provocata dalla pandemia, ci sono anche 80 mila euro per la messa in sistema e il potenziamento dei progetti di residenza, che in una città dalla storia così importante (e così “pesante”) rappresentano qualcosa di più che l’evoluzione dell’humus artistico quattrocentesco. « Firenze ha il potere d’essere una tappa fondamentale nella formazione di un percorso professionale e umano di un’artista — sottolinea Tommaso Sacchi — Fu una riflessione su cui ho avuto occasione di ragionare con Hans Ulrich Obrist, direttore delle Serpentine Galleries di Londra. “Questa città è il luogo ideale per sperimentare l’estremo contemporaneo, tale è la sua potenza e la sua portata storica”, mi disse. Una considerazione che non ci può sottrarre dal rilanciare e potenziare una pratica necessaria per una città d’arte: quella della permanenza degli artisti». Ispirato da realtà come La citè international des arts di Parigi ( dove però le residenze non sono sparse sul territorio, come vuole invece la natura fiorentina, ma concentrate in un unico luogo), l’assessore si è posto un obiettivo: « Raggiungere una copertura lunga un anno: mi piace l’idea che alla popolazione fiorentina si aggiunga un nucleo variabile di artisti da tutto il mondo che si alternino per lavorare qui. Le residenze devono tradursi non solo nell’ospitalità ma anche in progetti studiati ad hoc per Firenze e il suo territorio » . Non si tratterà solo di giovani, « è ovvio che in questa prima fase — saremo operativi già a dicembre — e in un momento delicato come quello attuale, punteremo soprattutto ai talenti più meritevoli. Ma il coinvolgimento di Palazzo Strozzi e Lo Schermo dell’arte ha lo scopo di mettere insieme un know how e un’esperienza nella curatela decisiva » . Il fatto che la rete sia coordinata da Fabbrica Europa mette in luce come Sacchi intenda uscire dal circuito delle arti visive: tra i convocati, figurano Virgilio Sieni, Krypton, Tempo Reale, «chi non ha gli spazi ma le idee potrà trovare partner adeguati all’interno del sistema: nell’operazione includeremo anche gli appartamenti del Conventino » . Ma ci saranno anche istituzioni che vedranno dotarsi di luoghi ad hoc: al Museo Novecento verranno collegati tre appartamenti che si affacciano su una strada problematica come via Palazzuolo, « presto porterò la delibera in Comune, che prevede un budget per i lavori di riqualificazione sotto il milione di euro. C’è in gioco non solo l’arte, ma anche la rigenerazione urbana attraverso l’arte» dice Sacchi. Oltre alla Manifattura Tabacchi, che ha già sperimentato residenze, al Murate art district ( che, come annunciato l’altro giorno dall’assessore, godrà di un finanziamento ulteriore di 30 mila euro), c’è anche Numeroventi. Ovvero una casa patrizia del Cinquecento ( Palazzo Galli Tassi in via Pandolfini) che un giovane, Martino di Napoli Rampolla, ha trasformato non solo in luogo d’ospitalità, ma anche in spazio espositivo e residenze d’artista: 4 appartamenti dotati di spazi coworking, « un’idea che merita d’essere premiata per il coraggio e perché coniuga passato, presente, futuro».
E, a proposito di passato, sempre a dicembre Sacchi varerà un’altra iniziativa. Che indagherà un pezzo più recente di storia culturale e sociale di Firenze: gli anni Ottanta. L’assessore ha accolto la lettera-appello indirizzata anche al sindaco Nardella e firmata da alcuni artisti, intellettuali, giornalisti, gestori di locali, musicisti, operatori della moda che hanno vissuto quel periodo fertilissimo del teatro, del rock, dell’arte, del clubbing: la « fauna d’arte» tondelliana ha chiesto a Palazzo Vecchio un’attenzione particolare perché quel decennio « venga rafforzato nell’identità culturale contemporanea della città » attraverso uno spazio dedicato, ed eventi. « Noi — anticipa ancora Sacchi — rispondiamo con un mese intero di incontri, installazioni performative, mostre di memorabilia attinte allo sterminato archivio privato di Bruno Casini che fu tra i protagonisti di quel movimento». Gli eventi si svolgeranno tra Museo Marini e panopticon, sala conferenze, sale espositive delle Murate. Il Comune stanzierà 50 mila euro.