Festa della Toscana

di Pierluigi Piccini

 

La Festa della Toscana istituita con legge regionale del 2001 vuole essere un momento celebrativo per ricordare l’abolizione della pena di  morte (1786) per volontà del Granduca Pietro Leopoldo. Preme precisare che ci troviamo in pieno dispotismo illuminato ed è assente una vera idea di democrazia, nonostante qualcuno ne abbia intravisto alcuni bagliori. Nella lunga età moderna si ha un cambio radicale della concezione dello Stato, pensiamo ai Medici in cui i territori erano considerati come possesso. Con l’avvento del dispotismo illuminato la percezione dello Stato da parte del sovrano muta sensibilmente. Il Regnante in questa nuova prospettiva diviene colui che amministra il territorio come buon padre di famiglia, quasi come un optimus princeps romano (non a caso la riscoperta della classicità nel XVIII secolo). Il principe quindi diviene un magnanimo che cerca di amministrare lo Stato con attenzione e cura. Questo però non deve spostare l’attenzione dal fatto che sempre si trattava di forme di governo monarchiche. L’abolizione della pena di morte deve essere vista come un elemento all’interno del progetto di rinnovamento dello Stato che Pietro Leopoldo adottò in Toscana. Il Granducato divenne quindi una “palestra” per sperimentare innovazioni che poi si sarebbero potute adottare anche nell’Impero. L’immagine del buon princeps è quindi anche un elemento di consenso per quest’ultimo. Si deve ricordare anche gli anni in cui questo avviene (3 anni prima della rivoluzione francese e quando già si era avviato il primo processo di industrializzazione in Inghilterra).
> Un’analisi precisa e puntuale andrebbe realizzata sugli effetti delle politiche leopoldine sul tessuto sociale del granducato. L’abolizione della pena di morte diviene quindi una variabile indipendente significativa per poter portare avanti studi sullo sviluppo regionale, prendendo ad esempio indicatori come l’indice di Sviluppo Umano (ISU) che rapporta Pil procapite, tasso di scolarizzazione e speranza di vita. La vera domanda da porsi, secondo me, è questa: l’abolizione della pena di morte è individuabile come elemento sintomatico di progresso?
> Andrebbe specificata la differenza tra Crescita (passaggio da un’economia arretrata ad una più avanzata), Sviluppo (gli elementi messi in campo dallo Stato per sostenere la crescita) e Progresso (come lo stato investe i benefit della crescita per promuovere politiche sociali).
> Sono questi gli elementi sui quali bisognerebbe riflettere. Andare oltre la memorialistica e la storiografia tradizionale, che hanno già dato il loro contributo, investendo su forme di ricerca che portino nuova linfa vitale agli studi sul nostro territorio. Un’amministrazione celebrando le politiche del Granducato dovrebbe sostenere anche iniziative guida per comprendere la reale evoluzione di questo territorio.