Fatto e strafatto

il caffè

 

di Massimo Gramellini

 

Il vicepremier Luigi Di Maio ha mostrato un foglietto in cui campeggiava, scritta a mano, la lista delle cose fatte dal suo governo. Ogni voce recava il timbro FATTO, evidenziato in giallo per gli amanti del thriller. Di Maio si è però rifiutato di mostrare il retro del foglietto. Noi siamo in grado di rivelarvelo.

Chiedere l’impeachment del capo dello Stato e poi complimentarsi con lui: FATTO. Affacciarsi al balcone di palazzo Chigi per festeggiare l’abolizione della povertà: FATTO. Dimenticarsi di informare la povertà: FATTO. Farsi fotografare sorridenti da Vespa con il plastico del ponte di Genova appena crollato: FATTO (grazie Toni). Proclamare la chiusura domenicale dei centri commerciali e lasciarli aperti: FATTO. Balbettare di una tipografia che starebbe stampando in incognito le tessere del reddito di cittadinanza: FATTO (dalla nostra Laura Castelli, viceministro dell’Economia per mancanza di prove). Fare perdere milioni di euro ai risparmiatori con il tiramolla sulla manovra: FATTO. Aderire al Global Compact davanti all’Onu e poi respingere il Global Compact davanti al Parlamento: FATTO. Prendere voti gridando No Ilva e No Tap, poi dire di sì a entrambe: FATTO. Copiare la campagna FATTO! del primo governo Berlusconi: FATTO (!). Elogiare gli F35 dopo averli sempre spernacchiati: FATTO. Elogiare il tunnel del Brennero e farsi spernacchiare perché non esiste: STRAFATTO (Toni, sei tutti noi).

 

Fonte: Corriere della Sera, https://www.corriere.it/