F.Mps: si apre la partita sulle rettifiche (MF).

Il 2014 e’ stato un anno determinante per la Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Non solo perche’ la cessione di larga parte della quota nella banca senese ha permesso di risanare la situazione finanziaria e di mettere da parte un cuscinetto di liquidita’, ma anche perche’ il patto di sindacato stretto con i nuovi azionisti Fintech Advisory e Btg Pactual ha permesso all’ente di mantenere una posizione determinante nella governance dell’istituto guidato da Fabrizio Viola. Per mantenere la presa sulla banca, si legge su MF, Palazzo Sansedoni ha investito 125 milioni nell’aumento di capitale da 5 miliardi chiuso nell’estate scorsa. Una mossa che, con il senno di poi, appare ancor piu’ ardita se si pensa che dal luglio scorso il titolo Mps ha polverizzato il 60% del valore, scendendo da 1,53 euro agli attuali 60 centesimi. In questi giorni, mentre i riflettori mediatici sono puntati sull’assemblea ordinaria e straordinaria della banca (previste per domani e giovedi’) e sulla nomina del nuovo Cda, i vertici della fondazione si preparano a tirare le somme di questo percorso con l’approvazione del bilancio 2014. Tra i punti nevralgici da affrontare, spicca il tema delle rettifiche: nell’ultimo bilancio, il 2,5% della banca era iscritto al valore di 71 milioni (24 centesimi per azione), ma da allora la situazione e’ mutata profondamente. Non solo perche’ il raggruppamento delle azioni nell’abnorme rapporto di una a cento e l’acquisto dei nuovi titoli hanno modificato il pacchetto azionario, ma anche perche’ il mantenimento della partecipazione e’ costato 125 milioni. Subito dopo l’aumento di capitale il valore teorico del titolo era di circa 1,5 euro, ma da allora e’ iniziata la progressiva discesa in Piazza Affari, il che renderebbe ragionevole rettificarne il valore a libro da parte dell’Ente. Sullo sfondo c’e’ anche un altro argomento di stretta attualita’: l’aumento di capitale fino a 3 miliardi previsto per giugno. In assemblea la Fondazione dovrebbe votare a favore, ma un’adesione pro quota non e’ scontata. Non tanto perche’ l’Ente non sia in grado di aderire pro quota, (ha in cassa liquidita’ sufficiente per farlo, ndr), quanto piuttosto per la sostanziale incertezza sulle prossime mosse della banca, a partire da un’integrazione che richiederebbe di diluire oltremodo, e quindi mettere fuori gioco, Palazzo Sansedoni. red/ofb (fine) MF-DJ NEWS 1408:52 apr 2015