LETTERA APERTA NELL'”EMMA”: Ecco come appare la resa

In una lettera aperta su “Emma”, 28 celebrità sostengono il cancelliere Scholz per la sua posizione sulla guerra in Ucraina. Non vogliono consegnare armi e – che gli ucraini alla fine si arrendono. Un appello sconvolgente.

DLa politica di Olaf Scholz , che descrive come “prudente” e che consiste nell’aiutare l’Ucraina nella sua lotta per la sopravvivenza contro l’attacco di annientamento dell’esercito russo con il minor numero di armi possibile, o in modo tale che Vladimir Putin non lo veda come agendo come un “partito di guerra” comprende, trova sostenitori. Secondo l’istituto di indagine Forsa, il 65 per cento dei tedeschi ritiene che la linea del Cancelliere sia corretta. Il 56% temeva che la guerra potesse estendersi ad altri paesi europei se più armi fossero state consegnate all’Ucraina.

La vedono così anche i 28 primi firmatari di una lettera aperta che la rivista “Emma” ha pubblicato venerdì. Alice Schwarzer, Alexander Kluge, Martin Walser, Reinhard Merkel, Reinhard Mey , Dieter Nuhr, Gerhard Polt, Edgar Selge, Antje Vollmer, Peter Weibel, Ranga Yogeshwar, Juli Zeh e altri credono che Scholz stia facendo la cosa giusta.

Chi è la vittima e chi è l’autore?

Lo esortano a non fornire più armi pesanti all’Ucraina, né direttamente né indirettamente. È vero che “l’aggressione russa va vista come una violazione della norma fondamentale del diritto internazionale”. C’è anche “un fondamentale dovere politico e morale” di non tirarsi indietro di fronte alla “violenza aggressiva senza resistenza”. Ma trova questi “limiti in altri comandamenti dell’etica politica”. Non si dovrebbe accettare il rischio “manifesto” di un’escalation. La “consegna di grandi quantità di armi pesanti” potrebbe “rendere la stessa Germania un partito di guerra”. Un contrattacco russo potrebbe “far scattare la richiesta di assistenza ai sensi del trattato NATO e quindi l’immediato pericolo di una guerra mondiale. La seconda linea di demarcazione è il livello di distruzione e sofferenza umana tra i civili ucraini.

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È un errore «che la responsabilità del pericolo di un’escalation di un conflitto nucleare appartenga esclusivamente all’aggressore originario e non anche a coloro che, con gli occhi sbarrati, gli forniscono un motivo per un’eventuale azione criminale. E in secondo luogo, che la decisione sulla responsabilità morale degli ulteriori ‘costi’ in vite umane tra la popolazione civile ucraina ricade esclusivamente nella competenza del loro governo. Le norme moralmente vincolanti sono di natura universale”.

 

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