L’appello ai militanti Pd delusi dal caso banche. La replica di Marras: torna tu da noi
Paolo Ceccarelli
«Ai tanti delusi del Pd, io dico che noi, Liberi e Uguali, li aspettiamo per costruire insieme la nuova casa della sinistra». Enrico Rossi sceglie il suo profilo Facebook per lanciare un appello non solo agli elettori e ai militanti dei Democratici ma anche ai dirigenti del suo ex partito. Il governatore parte dal caso Banca Etruria su cui, scrive, «il Pd sta prendendo colpi ferali»: «Mi chiedo se dentro quel partito, tra i fondatori e i compagni, ci sia chi trova la forza di reagire, di riaprire una dialettica interna e, fuori, con noi di Liberi e Uguali, e con le forze sociali, sindacati e movimenti, che vogliono un cambiamento profondo». E ancora: «Noi, più diventeremo forti più potremo aiutare chi dentro il Pd proverà a fare questo tentativo. Ai tanti elettori Pd, amici e compagni delusi, noi diciamo di esserci e di attenderli, pronti a festeggiare il loro arrivo per costruire insieme la nuova casa della sinistra».
Nei Democratici non la prendono bene. Per il riferimento ad Etruriae e perché solo pochi giorni fa, durante la conferenza programmatica del Pd regionale a Pisa, era stata di fatto sancita una tregua con Rossi. «Io non sono il nemico del Pd. E il Pd non è mio nemico», aveva detto sabato scorso il governatore dal palco di Pisa, aggiungendo: «Spero in una campagna che non ci veda l’uno conto l’altro armati. Cerchiamo argomenti che non creino conflitti». Dopo sei giorni l’armistizio è già finito?
«Ma cosa vuole fare Rossi, campagna acquisti?», è la frase che ricorreva ieri tra i Democratici (e anche tra i commenti al post Facebook c’è chi gli imputa il tentativo di ispirare nuovi transfughi dal Pd dopo la scissione del febbraio scorso). «Il presidente Rossi si preoccupi della sua nuova lista, agli elettori non solo del Pd ci penseranno i nostri candidati nei collegi durante la campagna elettorale», attacca il senatore Andrea Marcucci, pronto a ricandidarsi nel collegio di Lucca e Massa Carrara. Durissima Laura Cantini, senatrice ed ex sindaca di Castelfiorentino: «Fare leva così sulla vicenda Etruria è una cosa che non ha fatto neanche il nostro peggior avversario di centrodestra… Mi rifiuto di scendere ad un livello di polemica che non mi appartiene e non dovrebbe appartenere neanche a Rossi, che peraltro smentisce l’intento del presidente Grasso (uomo di punta di Liberi e Uguali, ndr ), che ha detto: “Non faremo campagna contro il Pd”». Il capogruppo Pd in Consiglio regionale Leonardo Marras usa l’ironia: «A Enrico vorrei ricordare che anche lui è uno dei fondatori del Pd e che anche le nostre porte, non solo quelle di Liberi e Uguali, sono sempre aperte». Una sorta di contro-invito: Enrico, torna tu nel Pd. Ma non è un po’ curioso che i Democratici, azionisti di maggioranza in Regione con 23 consiglieri, siano oggetto di un tentativo di campagna acquisti da parte del governatore? «C’è la campagna elettorale — risponde Marras — e anche Rossi deve un po’ riguadagnare terreno nei confronti dei suoi compagni di partito che dicono no a tutto, mentre lui ha detto sì alle grandi opere…». «Ma poi non era stato lui a proporre un patto di desistenza con noi nei collegi?», rincara la dose il deputato renzianissimo David Ermini ricordando l’intervista di Rossi al Corriere della Sera di una settimana fa.
A cercare di gettare acqua sul fuoco è il segretario regionale Pd Dario Parrini: «Io commento le azioni di governo di Rossi presidente della Toscana. Non trovo rilevanti le sue esternazioni su altri temi. Siamo un partito responsabile. Ci occupiamo di cose serie: abbiamo lavorato per varare una legge di bilancio per il 2018 che riduce deficit e debito rispetto al Pil e trova le risorse per non far aumentare l’Iva, per incrementare le detrazioni per i figli a carico, facilitare le assunzioni stabili dei giovani, finanziare il nuovo contratto del pubblico impiego, rafforzare la lotta alla povertà. A fronte di ciò, uno dei tanti post di politica nazionale di Rossi lascia il tempo che trova».