eterna maddalena

La mostra Nei Musei San Domenico di Forlì, centinaia di opere sulla celebre figura evangelica

 

peccatrice e santa, un enigma non ancora sciolto

di Alessandra Sarchi

Maria Maddalena è una figura complessa e singolare nei Vangeli, dove ci sono almeno tre Marie seguaci di Gesù: la peccatrice pentita che gli lava i piedi e profuma il capo in casa di Simone, la sorella di Marta e Lazzaro che medita in silenzio le parole del maestro e colei che, scoperto per prima il sepolcro vuoto, ne annuncia la resurrezione.

Nel vangelo apocrifo di Pietro si trova un’allusione anche al fatto che fosse sposa di Cristo. I biblisti sono inclini, oggi, a separare queste tre figure, che sono viceversa fuse nell’iconografia e nell’agiografia letteraria — una tradizione ricchissima nei secoli come testimonia la mostra forlivese — in cui Maddalena è una concrezione di peccato, pentimento, rivelazione e salvezza. Il tutto nel corpo di una donna che essendo indemoniata, ma anche perdonata per il suo molto amore, dolente ai piedi della croce e, infine, prima testimone della gloria di Cristo, non poteva che ospitare un coacervo di luoghi comuni sul femminile: bellissima, tentatrice, voluttuosa anche nella penitenza.

Maddalena è diventata una figura dell’espressività nelle arti della pittura e della scultura: con capelli biondi sciolti, il petto nudo, gli occhi dilatati, le braccia protese verso Cristo, deposto o apparso al sepolcro, sola e penitente è quasi sempre un corpo eroticizzato.

Nella narrazione

Spesso è stata vittima di vecchi stereotipi sul femminile: tentatrice, maliarda, voluttuosa

Ma il rapporto di Maddalena con la corporeità andrebbe affrontato da un altro punto di vista. Nel vangelo di Giovanni, Maria Maddalena va al luogo di sepoltura di Cristo prima dell’alba e vede che la pietra è stata tolta, corre allora da Pietro e da Giovanni: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto». La sua prima preoccupazione è per il corpo di Cristo e, mentre i due discepoli constatata l’assenza si allontanano, lei rimane nei pressi della tomba e piange, finché non appaiono due angeli che le chiedono il perché del suo pianto e lei ripete più o meno quanto aveva detto a Pietro e a Giovanni, ma a quel punto vede Gesù e non lo riconosce, pensa sia il custode del giardino e rinnova a lui la stessa domanda: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Solo dopo che Gesù la chiama per nome «Maria», avviene il riconoscimento; Maria Maddalena ha ritrovato il Maestro, lo tocca, vorrebbe abbracciarlo, e Gesù le dice «Non mi trattenere perché non sono ancora salito al Padre; ma vai dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria Maddalena è l’unica di cui venga raccontato il contatto fisico con Gesù, è lei a toccarlo e non viceversa come succede al Maestro in numerosi episodi di guarigione. In questa scena, alcuni studiosi tra cui Piero Boitani, che ha dedicato ampi studi al tema del riconoscimento, hanno rilevato l’influenza delle agnizioni fra umani e divinità presenti nella letteratura greca.

E non c’è dubbio che vi siano. Tuttavia Gesù non appare sotto spoglie diverse, Maria Maddalena lo scambia per il custode del giardino, non perché sia travestito, o avvolto da una nuvola d’oro come avrebbe potuto fare un dio pagano. Maddalena deve trascendere il suo corpo per riconoscere in lui il Signore e lo fa quando la sua voce, l’elemento più impalpabile di cui siamo dotati, la chiama per nome. Come ha osservato il filosofo Jean Luc Nancy (Noli me tangere. Saggio sul levarsi del corpo, Bollati Boringhieri, 2005) l’invito di Gesù a non rimanere attaccata alle sue membra è tanto più significativo quanto più s’innesta in una religione che del cibarsi del corpo di Cristo ha fatto il proprio fulcro.

Il riscatto nell’arte

Forse l’immagine di Savoldo, che la copre

con il manto d’argento,

è quella più autentica

Così forse la rappresentazione pittorica più vicina all’inaudita rivelazione teologica che Maria Maddalena accoglie è il quadro di Giovanni Gerolamo Savoldo. Nessuna esibizione di carni, capelli fluttuanti o gesti di pathos, Maddalena è colta a mezzo busto, di tre quarti, avvolta da un ampio mantello che riflette i raggi lunari dell’ora antelucana. Un vasetto di unguento su un muricciolo e un lembo di veste rossa forniscono la caratterizzazione iconografica consueta, ma per il resto, tutta avvolta dalla stoffa argentea, tranne che per il viso rivolto allo spettatore, ci porta con sé davanti al mistero della resurrezione: di come un corpo umano abbia attraversato la morte e sia diventato Colui che è.

 

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