La proposta di Palazzo Chigi, con un giallo Toscana. Nel proporzionale Rignano è con Livorno
Marzio Fatucchi
Eccoli, i collegi del Rosatellum. Il ministero dell’Interno ha inviato a Camera e Senato la suddivisione territoriale dei nuovi collegi della legge elettorale, un mix maggioritario-proporzionale. Per la Toscana, sono 14 i collegi uninominali alla Camera, 7 al Senato. Nei 4 proporzionali alla Camera, verranno eletti 24 deputati. Nei 2 proporzionali del Senato, altri 11 senatori.
Nei collegi uninominali di Camera e Senato sarà eletto chi prende anche un solo voto in più. Secondo le stime, alla Camera 9 seggi sono sicuri per il Pd, 2 contendibili, 3 a rischio (Grosseto, Arezzo e Carrara). Battaglie importanti: si tratta di collegi da 200 mila elettori alla Camera (quello di Empoli in realtà va da Figline Valdarno a Quarrata), 400 mila al Senato (con un «big» come il collegio di Sesto, da Loro Ciuffenna nell’Aretino fino al Mugello). Ma c’è già un giallo. La Toscana è l’unica regione in cui la suddivisione di eletti per ogni singolo collegio proporzionale (su lista bloccata) non è indicato nel decreto. Non è un problema da poco: per come è divisa oggi, a meno che il Parlamento non li modifichi, due collegi sono molto più grandi: Firenze-Prato e Pisa-Livorno hanno 200 mila elettori di più circa degli altri due (Grosseto-Siena-Arezzo e Lucca-Carrara-Pistoia). Per compensare, nei due collegi «big» ci saranno 7 eletti e negli altri due 5. E la cosa sta già facendo arrabbiare i parlamentari uscenti del Pd. Perché proprio i due collegi da 5 eletti sono quelli dove i candidati uninominali dei Democratici sono più a rischio. Insomma, chi si candida nel collegio a rischio, forse aveva in mente di «mettersi al sicuro» nel proporzionale. Ma con meno eletti previsti, l’elezione diventa a rischio anche nel proporzionale. Potrebbe essere questo il motivo per cui si è parlato, sul Corriere della Sera , di dissapori tra il ministro dell’interno Marco Minniti (sua la commissione che ha disegnato i collegi, presieduta da Giorgio Alleva dell’Istat) e la sottosegretaria Maria Elena Boschi. Ci sono altre curiosità: Rignano, città natale di Matteo Renzi, nel proporzionale è nel collegio di Livorno. Tanto che il leader Pd ironizza: «Vi rendete conto che Rignano è nel collegio plurinominale di Livorno? Comodo, no? Se mi candido a Rignano sono capolista a Livorno, è meraviglioso. L’Istat ha attaccato Rignano a Livorno anziché a Firenze». E Renzi dove si candida? «A questo punto non lo so..». Un’ironia che prelude a proposte di modifica importanti da parte del Pd?
L’altro elemento è che la Toscana è una delle poche regioni dove ci sono difformità (pari a 14 Comuni) tra i seggi della Camera e l’accorpamento per individuare quelli del Senato, si legge nella relazione allegata al decreto: un cittadino potrebbe trovarsi a votare in un collegio legato alla Costa al Senato e in uno legato al centro della Toscana alla Camera. Ma ora la palla passa a Camera e Senato, dove parlamentari e partiti faranno pesare il loro parere. E infatti Ettore Rosato, padre della legge, dice: «Sul decreto sui collegi lavoreremo insieme alle altre forze politiche, specie quelle con cui abbiamo approvato la legge elettorale, con uno sguardo attento a leggere le realtà territoriali e senza altre asperità».