Egregio Signor Sindaco,
è ripresa da poche settimane la Scuola e i vecchi problemi legati alla Mensa scolastica si sono ripresentati più o meno nello stesso modo.
In pochi giorni come Osservatorio “W la pappa con il pomodoro” abbiamo ricevuto da molti genitori diverse segnalazioni. Ci aspettavamo durante questo periodo di pausa, un tentativo di risoluzione di alcune questioni anche a fronte delle parole e dei dichiarati impegni della Sua amministrazione per mezzo dell’assessore da lei delegato e soprattutto dall’ASP, che però è sempre una azienda totalmente partecipata in capo al Comune e quindi oggetto di indirizzo strategico da parte del Sindaco e della Giunta.
Ma evidentemente più di 600 firme di genitori e insegnanti della Sua città non sembrano essere rilevanti per poter entrare nell’agenda dell’Amministrazione.
Ma soprattutto ci chiediamo quale sia la coerenza dell’Amministrazione a fronte di molti riferimenti nei suoi discorsi pubblici alla “civiltà senese” e alla forza e all’importanza dei “cittini” e delle “cittine” di Siena che rappresentano il futuro della città.
È oramai universalmente riconosciuto che i bambini e le bambine formano e costruiscono la propria relazione con il cibo nei primi anni di età e le mense di comunità rivestono un ruolo importante.
“Siamo quello che mangiamo” hanno scritto filosofi e medici; però, al netto dei discorsi pubblici sul futuro di Siena, diamo da mangiare del cibo non all’altezza del nostro territorio e della nostra storia.
E’ evidente che i problemi sono vecchi e non dipendono da Lei: ma, Signor Sindaco, in questo momento storico è chiamato Lei a risolverli.
Crediamo fortemente nella collaborazione e quindi, come già dimostrato in passato, vogliamo aiutarla a risolvere gli attuali problemi, dandole tutti gli elementi necessari per comprendere la situazione; e poiché sappiamo che Lei è abituato a mettere insieme fatti che poi costruiscono un quadro chiaro di una situazione, Le chiediamo un confronto diretto con Lei e anticipiamo alcuni elementi ed alcune richieste che, dal nostro punto di vista, sono necessari per costruire una mensa migliore.
1 Analizzare lo spreco: bisogna costruire un monitoraggio Scuola per Scuola, classe per classe, di quanto e quale cibo rimane nei vassoi. Questo è un dovere dell’ASP, che però non ha mai fornito questi dati. È un dovere legato alla buona gestione dell’Azienda: il cibo che rimane è spreco e quindi un costo. È un dovere civico perché, come ben saprà, il cibo sprecato è uno degli elementi che rendono il pianeta insostenibile oltre che moralmente deprecabile rispetto alle tante persone che non hanno da mangiare.
2 Ritornare ai piatti di coccio: il vassoio è stato superato da quasi tutte le mense e le Amministrazioni. Il vassoio blu è stata una scelta infelice ma necessaria in un momento di emergenza. Ma è venuto il momento di ritornare a una “new normality” che ci permetterà di poter ridare un senso al pasto. Come bene lei sa, il tempo mensa è tempo scuola: questo significa che mangiare è un momento educativo. Le nostre bambine e i nostri bambini non capiscono più il senso del primo, del secondo e del contorno, vedendosi servito tutto in un vassoio che rende i pasti molto meno appetibili.
3 Gara per rinnovo dei fornitori: ci sono state annunciate dal Comune e dall’ASP nuove gare per i fornitori. Da post su fb di componenti della Sua Giunta abbiamo intuito che nessuno ha risposto. Come mai? Vorremmo conoscerne le ragioni.
4 Analisi dei menù: è necessario per noi capire anche i menù come sono pensati e da chi. Non si tratta di misurare solo i valori nutrizionali – che sicuramente torneranno – ma la capacità di pensare piatti che possono essere in linea con realtà vicine a noi e che rispettino i Criteri Ambientali Minimi, in vigore da agosto 2020.
A titolo esemplificativo esistono realtà quali l’Azienda pubblica “Qualità e Servizi” di Sesto Fiorentino che fornisce 30.000 pasti ed è oggi una mensa di comunità “Presidio Slow Food”. Molti altri potrebbero essere gli esempi (Bolzano, Fano, Cremona, etc). Se vuole le possiamo fornire il menù di una di queste mense: aspettiamo un suo giudizio dopo aver confrontato il nostro menù con quello di altre realtà più virtuose. Dopo questi raffronti crediamo ancora di più che Siena, i suoi bambini e le sue bambine meritino un servizio mensa allo stesso livello.
5 Formazione degli addetti mensa: è necessario che l’ASP investa nella formazione degli addetti alla mensa. La formazione di chi lavora nella cucina centralizzata è necessaria per puntare a una maggiore competenza di chi lavora, per costruire un sentimento diverso anche nei lavoratori e nelle lavoratrici della mensa, per favorire l’accettazione del pasto ed innovare nei menù proposti.
Basterebbe cercare di organizzare corsi di formazione o scambi di esperienze con le realtà più innovative.
6 Sporzionamento: si tratta di una questione delicata perché la somministrazione del cibo, che in molti casi viene consumato freddo, dipende molto da questa fase; questa però è organizzata dalle singole scuole e su questa attività influiscono elementi oggettivi come la conformazione architettonica delle scuole e l’organizzazione che si sono dati in autonomia gli Istituti. Non conosciamo il numero degli addetti allo sporzionamento e con ogni probabilità l’impiego del vassoio influisce in modo significativo, ma la criticità del consumo del pasto freddo è piuttosto ricorrente tra gli utenti. Un miglioramento del processo di sporzionamento, magari aumentando gli addetti o individuando specifici strumenti per il mantenimento del cibo caldo, appare necessario.
7 Fotografia quotidiana da tutte le classi del pasto: è evidente che l’aspetto non è il solo elemento che deve essere considerato nel cibo. Tuttavia, sappiamo che il “mangiare” è un atto che coinvolge tutti i sensi. Vedere un bel piatto aumenta, invoglia e aiuta a sconfiggere la neofobia che però questo tipo di mensa – ahinoi – sta aumentando nelle bambine e nei bambini senesi. Come genitori ci sentiamo di dire – e su questo la Sua Giunta non può non essere d’accordo – che la fotografia è una forma di controllo e di trasparenza, oltre che un diritto da parte delle famiglie che pagano il pasto.
8 Ritorno alla centralità della Commissione Mensa: questo organismo deve ritornare ad essere centrale. Incontri che non siano il minimo sindacale e soprattutto ripensati in luoghi ampi che permettono di riunirsi in presenza o che consentano la più ampia partecipazione della comunità. Inoltre i commissari devono ritornare – con il green pass e secondo le regole nazionali – a ritornare a mangiare a scuola e a valutare il pasto che viene somministrato ai piccoli utenti.
Come vede Signor Sindaco, ancora una volta siamo nella disponibilità d’animo di proporre soluzioni e di aiutarla a risolvere i problemi. Teniamo lontano le polemiche politiche e le strumentalizzazioni che non ci interessano.
In verità non sono mancati da parte della Sua Amministrazione segnali che potevano essere fraintesi o che potevano essere letti come provocazioni; ma non abbiamo mai accettato e mai accetteremo tale terreno. Certo è che da utenti, da genitori, da cittadini pretendiamo serietà, impegno e disponibilità nel risolvere questa situazione e quindi chiediamo che la questione sia seguita direttamente da Lei senza delegare a nessun assessore della sua giunta. Se rimarremo a questi livelli di servizio non potremmo fare altro che organizzarci in tutte le forme democratiche e legittime per garantire ai nostri bimbi una mensa sana, buona e di qualità e che sia utile alla loro crescita e alla salvaguardia del Pianeta.
Per l’Osservatorio “W la pappa con il pomodoro”