Oggi e domani a Lucca due giorni di incontri e dibattiti per riflettere sulle implicazioni e sui fondamenti etici dei nuovi bisogni
MARIA CRISTINA CARRATÙ
Se c’è, oggi, una dimensione decisiva per le sorti sia degli individui che della società nel suo insieme, è l’economia. Le cui dinamiche, però, non sembrano affatto esaurire le esigenze delle persone in carne ed ossa, se è vero che quello che viene definito (in senso lato, e spesso un po’ generico) come “nuovo bisogno di spiritualità” si sta facendo sempre più spazio nel dibattito pubblico. Ma davvero si tratta, nel caso di economia e spiritualità, di due dimensioni contrapposte e inconciliabili, come di solito si crede, e che al massimo possono tentare di dialogare a distanza? Davvero l’unica spiritualità della nostra società fagocitata dall’economia può essere quella degli animal spirits del mercato, e l’unica escatologia immaginabile quella del profitto e del benessere materiale? E ancora: l’attuale esigenza di spiritualità può solo esprimersi nelle forme offerte dalle religioni tradizionali, o esistono altre frontiere di ricerca? Se è vero che l’individuo è il punto di incontro dei bisogni materiali e di quelli spirituali, non è forse necessaria una riforma radicale anche del modo di fare economia, in modo che quell’incontro possa avvenire a livello collettivo? A questi e a tanti altri interrogativi proveranno a rispondere fra oggi e domani i tanti esperti di ogni disciplina convocati a Lucca per la seconda edizione del Festival economia e spiritualità (Auditorium San Romano, piazza San Romano, ingresso libero, oggi dalle 16,30, con lectio magistralis di Luigino Bruni e tavola rotonda con Piero Barucci e Sergio Givone dalle 17,30, e a seguire aperitivo in musica, concerto di chitarra classica di Lapo Vannucci e proiezione del film Il capitale umano, di Paolo Virzì, info: economiaespiritualita.it, Fb: Economia e Spiritualità), ideato dall’ordine monastico dei Ricostruttori nella preghiera con la collaborazione del Comune di Lucca e dell’arcidiocesi di Lucca, e il patrocinio di vari enti e istituzioni (fra cui gli Banca Etica e Università di Pisa, Cei e Confederazione islamica italiana, Movimento dei Focolari e Unione delle comunità islamiche italiane, Banca del Monte di Lucca e Comunità di Sant’Egidio, Religions of peace e Unione buddista, Unione induista e Federazione delle Chiese evangeliche). Numerosissimi gli eventi della due giorni, con tavole rotonde e interventi di economisti, filosofi, imprenditori, teologi, testimoni di esperienze di spiritualità, docenti universitari, esponenti religiosi, psicoanalisti, scienziati, ma anche concerti, mostre d’arte, performance teatrali, e, fra gli altri, la testimonianza dell’imprenditore Niccolò Branca e un dialogo intervista con Sabina Guzzanti. «Nel mondo contemporaneo in cui l’economia non è più, come in passato, collocata ai margini, bensì al centro della vita sociale, familiare, individuale», osserva padre Guidalberto Bormolini dei Ricostruttori e ideatore del Festival, «una riflessione approfondita sui suoi fondamenti etici, capace di riconnettere la dimensione interiore e spirituale degli individui, di qualunque credo e vocazione, con quella, indispensabile, dell’impegno nella trasformazione della società, non è ormai più rinviabile».