l’alleanza
Sos turismo Firenze e Venezia chiedono sgravi
Lettera di Confesercenti a Franceschini I punti: meno tasse, voucher e incentivi
di Ilaria Ciuti
Gemelle nel vincere e gemelle nel perdere. Le due città più turistiche d’Italia, simbolo universale di bellezza e arte e fino a ieri oggetto del desiderio turistico universale ora «pagano il più alto tributo al Covid- 19, essendo il blocco del turismo, da cui dipende tanta parte dell’economia delle due città, uno degli effetti economici più immediati della pandemia » , come scrive a nome egli esercenti di Firenze e Venezia, la missiva intitolata “Salviamo Venezia e Firenze” inviata al ministro Franceschini da Confesercenti e firmata dal presidente fiorentino Santino Cannamela e da quella metropolitana di Venezia, Cristina Giussani.
Le due città stabiliscono un’alleanza non solo emergenziale, che vada oltre la pur forte richiesta di sostegno immediato per il 2020 e 2021, per proporre di approfittare dello stop per disegnare un nuovo modello di turismo più sostenibile, più moderno, più integrato con la vita della città e dei residenti.
Da chi è costituito il popolo che secondo Confesercenti rischia di affogare se non si cambierà un turismo che un giorno c’è e poi in poche ore sparisce? La lettera parla di «azzeramento delle attività » degli albergatori ma anche di « ristorazione, parte dei trasporti, commercio e artigianato » . L’associazione ricorda le stime dell’Enit per cui « gli arrivi internazionali diminuiranno a Firenze del 63,9% e a Venezia del 60,7% » e propone « di fare delle due città un laboratorio attivo per riformulare le strategie turistiche » . Nell’immediato, la letterà chiede « l’istituzione di zone franche (no tax area), con fiscalità di vantaggio per imprese e visitatori, l’abbattimento del costo del lavoro con più flessibilità e la reintroduzione dei voucher, incentivi per chi riassume i lavoratori». Per il futuro laboratorio propone una serie di interventi, a cominciare dall’accoglienza, che è « determinante per regolare i flussi di arrivi » , da riqualificare con « un progetto trasversale fondato sull’importanza della qualità della vita dei residenti e della loro capacità di accogliere » . Poi, città più moderne dal punto di vista dei servizi, le infrastrutture e la mobilità, sostenibilità, tutela ambientale e manutenzione urbana. E, ancora, «migliore distribuzione nel tempo e nei luoghi dei flussi turistici » . Le due Confesercenti parlano di norme speciali per le città turistiche, di « governo delle trasformazioni del tessuto commerciale » che non sia dedicato solo al turismo ma anche alla vivibilità della città. Chiedono di calmierare gli affitti, di regolamentare gli Airbnb e, più in generale « una strategia integrata per mitigare gli effetti dell’overtourism e dell’espulsione dei residenti e delle attività al loro servizio dai centri storici » . Occorre, scrivono, dare una struttura alle professioni turistiche, investire sulla cultura collegando luoghi e opere d’arte alla storia, le tradizioni e la vita del territorio: lo chiamano “turismo relazionale”. Infine chiedono al ministro un incontro e un progetto per un ” turismo evoluto”.