Nel Consiglio dei 28 ministri degli Affari interni, oggi a Lussemburgo, c’è in agenda la riforma del sistema di accoglienza dei rifugiati scaturito dal Trattato di Dublino. L’attuale regolamentazione prevede di assegnare i profughi al Paese di primo arrivo, penalizzando Italia, Grecia, Spagna, Malta e Cipro. I governi di Renzi e Gentiloni hanno sollecitato modifiche, senza ottenere risultati. L’Europarlamento ha avanzato una proposta più in linea con le esigenze degli Stati mediterranei. Ma i governi, che hanno potere decisionale, restano nettamente divisi. Paesi dell’Est e alcuni nordici hanno addirittura concordato una riforma sempre penalizzante per l’Italia. E, davanti alla prevedibile opposizione degli Stati mediterranei, sostanzialmente puntano a provocare una situazione di stallo e continui rinvii per mantenere in vigore le attuali regole. Il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani di Forza Italia, e gli eurodeputati del Pd hanno polemicamente sollecitato il neo ministro degli Interni Matteo Salvini(nella foto Lapresse durante la visita di ieri a Pozzallo, in Sicilia) a difendere gli interessi dell’Italia a Lussemburgo perché il leader leghista, fino a ieri sera, anticipava di volersi assentare dalla riunione europea (pur promettendo di cambiare le regole Ue assieme al premier ungherese Orban) per concentrare la sua giornata tutta in Senato, sul dibattito e successivo voto di fiducia al governo.