Dramagia è la fusione di due parole: dramaturg/drammaturgo e magia. Il dramaturg/drammaturgo non è solo lo scrittore di testi teatrali, ma anche colui che accompagna con le sue ricerche il processo creativo di una messa in scena. La magia è quella parte del processo che resta imponderabile, perché nasce dal caso, dalla natura dell’incontro tra le persone, dal contesto. L’alchimia che governa la creazione è “magia oscura”, per usare un’espressione di Edward Albee. Il ritorno sulle scene italiane di Chi ha paura di Virginia Woolf? è pretesto e occasione imperdibile per riaccendere una luce sulla biografia e le opere di Edward Albee, autore tra i più rilevanti del teatro del Novecento. I suoi testi risultano dirompenti e attualissimi ancora oggi perché vivono di scomposizioni e ricomposizioni dell’identità, di altalene fra bestialità e ragione, e mostrano un lavoro incessante sul linguaggio, che deve sempre scuotere e mai confortare. Alternando fatti biografici, spezzoni drammaturgici e osservazioni critiche di chi ha studiato il lavoro di Albee, la lente del dramaturg fa emergere la teatralità insita in ogni esperienza umana. Quali siano le regole alla base del processo creativo lo si può scoprire solo stando al gioco — se ci si arma anche di una giusta dose di umorismo — ma pronti a cadere e a rialzarsi con la stessa velocità con cui le regole vengono cambiate.