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Ho amato molto Louise Bourgeois, come artista e come persona. Pochi artisti hanno tenuto un legame tanto stretto tra l’arte e la vita come lei. Al centro del lavoro di questa scultrice, nata in Francia ma poi divenuta cittadina americana, ci sono i temi del corpo, delle relazioni famigliari, della sessualità, del dolore.
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Agli inizi degli anni Novanta, quando ero ancora direttore della rivista Tema Celeste, le ho dedicato due copertine e per intervistarla l’ho incontrata più di una volta nel suo studio a New York. Ovviamente parlammo del suo rapporto con la madre e dell’importanza che la famiglia assume nel suo lavoro, ma anche per ognuno di noi. Discutemmo anche sull’incidenza del simbolo non solo nell’arte, ma anche nelle nostre vite. Aveva una dolcezza particolare nell’accostarsi agli altri e così finimmo per parlare anche di me. Le raccontai che avevo due figli – la terza non era ancora arrivata. Lei fece realizzare due cunei in bronzo con una patina ottenuta con fegato di zolfo, su ognuno dei quali fece incidere con caratteri da macchina da scrivere una dedica per ognuno dei bambini. Modificò il nome di Amedeo in Ama Deo. La peculiarità di questi due cunei in bronzo è che sovrapposti diventano un unico blocco 9,5 x 10 x 2 cm. Un insieme indivisibile. Qualche giorno dopo Jerry Gorovoy, che con Bourgeois ha lavorato a stretto contatto per oltre trent’anni, me li fece avere. Un gesto dal significato profondo, che mette in luce l’umanità di questa artista, il cui lavoro non lascia avvertire il peso del tempo. |
Appuntamento a Udine
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Lunedì sarò a Udine, dove alle 18, in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2021-2022 dell’Accademia Tiepolo, terrò nell’aula magna una conferenza dal titolo “Il tempo nell’arte contemporanea”. I posti disponibili sono centocinquanta e la conferenza è aperta a tutti. Una buona occasione per poter incontrare gli amici che in Friuli Venezia Giulia seguono la nostra pagina dell’arte. Didascalie delle foto
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