Diario 12.6.2018

Il telefono squilla in continuazione. Interviste, persone che si complimentano, i miei candidati che chiamano, molti che vogliono commentare la situazione. A freddo posso dire che, nonostante un voto polarizzato su aspetti nazionali, condizionato dal nuovo governo e dalla presenza massiccia di uomini di punta dei vari partiti, abbiamo raggiunto un risultato storico: la nostra lista è andata al primo posto, superando per la prima volta dal dopoguerra il partito egemone. Ora siamo noi l’ago della bilancia. Ma non la buttiamo su un aspetto di potere, su un assessorato o una nomina. A noi non interessa prendere questa o quella poltrona. Desideriamo solo applicare le parti salienti di un programma che in molti ci hanno votato, un punto di riferimento per molte liste in campagna elettorle, che sarà particolarmente utile – di questo siamo convinti – alla città. Vogliamo il bene di Siena, perché ne percepiamo la difficoltà e la crisi. Altrimenti, non mi sarei candidato. Siamo pronti a dialogare con tutti: nessuna preclusione. Valentini mi ha chiamato più volte, e già questo pomeriggio tre nostri rappresentanti hanno fatto un incontro preliminare per vedere se ci sono margini per un incontro pubblico. Hanno chiamato per conto di De Mossi varie persone, come ad esempio un rappresentante nazionale della Lega. Ma per me l’unico interlocutore rimane colui che va al ballottaggio. Quindi, aspetto una sua telefonata, se la vorrà fare. In ogni caso, qui non si tratta di scegliere la destra o la sinistra, una persona o un’altra. Non siamo a scegliere il fantino per il cavallo di turno. La questione è il Palio, cioè il futuro della città. Dal nostro punto di vista serve, ripeto, ottenere margini di manovra per attuare i punti salienti di un programma che per noi è determinante: sulla base delle nostre proposte abbiamo ricevuto così tanti consensi. Questa sera faremo un riunione del gruppo Per Siena, per una valutazione sul risultato elettorale e per concordare il da farsi per i prossimi giorni.