“Che caldeggiavano la proposta di una collaborazione tra la città e la Galleria per una futura esposizione alla Pinacoteca di Siena di due opere di Daniele da Volterra recentemente acquistate dagli Uffizi, e appartenute alla famiglia Pannocchieschi d’Elci di Siena. Il direttore Schmidt ha confermato che sarà allestita una mostra in futuro, proprio a Siena, dove torneranno le opere del Ricciarelli cosi come saranno esposte anche a Volterra”.
Poiché il processo di acquisizione dei due dipinti di Daniele da Volterra sembra non ancora concluso (almeno per la Madonna con il Bambino e santi), chiediamo alla direzione degli Uffizi e ai finanziatori che hanno reso possibile tale intervento, di ripensare alla loro destinazione…
(Un comitato di intellettuali: storici dell’arte, artisti, scrittori, architetti)
Qundi non si parla più della destinazione alla Pinacoteca di Siena, come richiesto dal comitato di intellettuli, ma di una mostra da tenersi nel futuro a Siena come a Volterra.
“è stato annunciata la mostra “Masaccio: Madonna del Solletico. Il Cardinal Antonio Casini, ’l’altro papà” che si terrà fra pochi mesi – dal 14 maggio al 31 ottobre 2020 – nella cripta del Duomo di Siena, a realizzare un progetto dell’Opera Metropolitana di Siena in collaborazione con gli Uffizi. La Galleria delle Statue e delle Pitture si priverà temporaneamente di questo capolavoro di Masaccio, un vero gioiello della pittura del Rinascimento, per celebrare la figura del suo committente, il cardinale senese Antonio Casini (1378-1439)”.
La mostra che si tiene ogni anno, nulla di più e nulla di meno
“L’incontro è stato anche occasione per riparlare dei due dipinti di Albrecht Altdorfer con Storie di San Floriano, dalla collezione Spannocchi di Siena, dal 1913 in deposito agli Uffizi. Già dal 2018 essi sono esposti a Santa Maria della Scala. Nell’incontro, il direttore Schmidt ha annunciato che le due opere, di proprietà della Provincia di Siena, ritorneranno a far parte della grande impresa di ricomposizione della storica collezione senese”.
Semmai al direttore Schmidt, osserva Bagnoli, andrebbe chiesto altro: «Nel 1913 l’istituto d’arte concesse in deposito agli Uffizi due splendidi dipinti di Andorfer. Fanno parte a pieno titolo della collezione Spannocchi e dovrebbero tornare qui». Prima di questa dichiarazione il problema della restituzione non esisteva, comunque bene.