Dalle tasse all’ambiente, i nodi del programma

 

Roberto Giovannini

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roma
Non è certo la versione finale del programma del governo Conte bis quello – scandito in 26 punti – pubblicato dai Cinque Stelle contestualmente al loro referendum digitale sulla piattaforma Rousseau. Le «linee di indirizzo programmatico per la formazione del nuovo governo», dicono al M5S, è solo «una bozza di lavoro che il presidente del Consiglio sta integrando e definendo». O meglio: è la lettura del Movimento delle priorità per il nuovo esecutivo, come si comprende facilmente leggendo il documento. Il punto 26, quello in cui si dice che il governo deve collaborare per far diventare Roma più bella, testimonia in modo eloquente l’origine del documento. In più è un fatto che nella giornata di ieri il programma complessivo abbia subito una rimessa a punto negli incontri tra i capigruppo di Pd e Cinque stelle, che hanno proseguito il lavoro nel merito, e – come hanno riferito i rappresentanti dei democratici – hanno inserito punti richiesti dai partiti più piccoli, come Liberi e Uguali e i partiti delle minoranze nazionali.
Ma vediamo sinteticamente i 26 punti. Sull’economia si parla di «una manovra espansiva con la neutralizzazione dell’aumento Iva» ma «senza compromettere l’equilibrio di finanza pubblica», di una «riduzione delle tasse sul lavoro», e torna il salario minimo garantito che faceva parte del contratto gialloverde. Sulla manovra c’è una ortodossa linea che chiede di «razionalizzare la spesa pubblica, operando una efficace opera di spending review e rivedendo il sistema delle tax expenditures.
Sull’ambiente c’è intesa sul Green New Deal. Sull’Europa c’è un atteggiamento palesemente meno negativo rispetto a quello del primo governo Conte, all’insegna di una Unione «più solidale, inclusiva, vicina ai cittadini». Nessuna sorpresa sulla riduzione del numero dei parlamentari, che «va approvata alla prima seduta utile della Camera». C’è la legge sul conflitto di interessi e la riforma della televisione, c’è la riduzione dei tempi della giustizia civile e penale e la riforma del Csm. Sui migranti, si propone una «forte risposta» al problema dei flussi migratori, con una normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l’immigrazione clandestina ma che affronti pure i temi dell’immigrazione «seguendo le recenti osservazioni del Capo dello Stato». L’autonomia differenziata delle Regioni si può fare, c’è scritto, ma solo «preservando il principio di coesione nazionale e di solidarietà». Le concessioni autostradali vanno riformate, ma è sparita la proposta M5S sulle banche visto che si indica solo la necessità di «politiche per la tutela dei risparmiatori e del risparmio». Sparita la proposta sul bracconaggio e l’agricoltura bio, c’è però un punto sul rilancio del turismo, la partecipazione digitale dei cittadini. E il punto 26, l’assist a Virginia Raggi: «Il governo dovrà collaborare per rendere Roma una Capitale sempre più attraente per i visitatori e sempre più vivibile e sostenibile per i residenti» . —