Ma inquieta anche l’idea di sfondare unilateralmente i vincoli di spesa per crescere, rilanciata ieri dal candidato dei Cinque Stelle a Palazzo Chigi, Luigi Di Maio. E Moscovici gli ha risposto che «è economicamente non pertinente». C’è da chiedersi chi è destinato a guadagnare in questo scontro. Di solito, ogni volta che ci sono stati richiami dall’estero, i destinatari si sono rafforzati, non indeboliti. E Di Maio ha ricordato a Corriere live che la Francia «negli anni ha sforato il tetto del 3% per investire».
Dunque, parole magari inopportune, quelle di Moscovici. Ma l’adesione all’Europa rende la politica interna intrecciata con le strategie continentali. E in un momento di riassestamento degli equilibri, rivendicare una continuità sulle scelte compiute è inevitabile. Chiedere, come il centrodestra, che Moscovici «si faccia i fatti suoi», può portare voti. Non coglie tuttavia un punto: il debito pubblico, l’incertezza sull’esito elettorale e i rigurgiti del razzismo hanno ricadute sull’intera Europa.
Non si possono isolare. Dunque rischiano, se non valutati bene, di provocare l’isolamento del nostro Paese, che nell’Europa del Nord è già guardato con sospetto. Dire, come fa Moscovici, che il rapporto con il governo di Paolo Gentiloni è saldo; e che l’Ue auspica «un governo pro-europeo e pro-moneta unica», è qualcosa di scontato. Come è difficilmente contestabile che «mettersi ai confini e ai margini della zona euro» non è «nell’interesse dell’Italia».
La sollevazione della Lega di Matteo Salvini e del M5S va letta in un’ottica elettorale. Ma entrambi non possono tirare la corda. Di Maio assicura di avere rinunciato a un referendum sull’euro; e di volere un ministro dell’Economia «conosciuto agli investitori internazionali». Silvio Berlusconi spiega in Europa che il suo alleato Salvini non è più contro la moneta unica. Riaffiora il tema della «doppia narrativa»: attacchi all’Ue nei comizi, e offerta di garanzie negli incontri riservati. La Commissione dovrebbe essere più prudente con le parole. Ma il conto di una politica sbagliata lo pagherà l’Italia.
Corriere della Sera – Massimo Franco – 17/01/2018 pg. 11 ed. Nazionale.