«Così Onorato finanziò Open per avere leggi sui marittimi»

Dagli atti dell’inchiesta i rapporti tra l’armatore di Moby e i politici renziani

Antonella Mollica

 

«Grazie Matteo: il primo governo che si prende a cuore i marittimi italiani». È il 30 ottobre 2016, l’armatore napoletano Vincenzo Onorato, 64 anni, re dei traghetti, all’epoca presidente della compagnia Moby salutava così l’approvazione del Decreto legislativo 221/2016 (il decreto Cociancich dal nome del senatore che l’ha proposta) che prevede la modifica dei benefici fiscali previsti dal Registro Internazionale per le navi che utilizzano esclusivamente marittimi comunitari. Dagli atti dell’inchiesta Open, che si è conclusa nei giorni scorsi, emergono i retroscena del suo rapporto con Open. Onorato è stato uno dei finanziatori della Fondazione, la «cassaforte» renziana che ha sostenuto la scalata politica di Matteo Renzi da sindaco di Firenze a premier. Dal novembre 2015 al luglio 2016 sono stati 300 mila i contributi erogati: 200 mila dalla società Moby, 100 mila personalmente da Vincenzo Onorato. Il primo versamento di 150 mila avviene in occasione della Leopolda 6, nel novembre 2015, i successivi 150, nel luglio 2016, sono per il sì al referendum costituzionale. Adesso Onorato e il figlio sono sotto inchiesta a Milano con l’accusa di bancarotta fraudolenta per le spese eccessive, compresi i finanziamenti ai partiti, che avrebbero provocato il dissesto delle sue società.

Il rapporto tra Alberto Bianchi, presidente della Fondazione e l’armatore sono assidui a partire dal 2015. «Sempre con voi», scriveva Onorato in un messaggio whatsapp a Bianchi che gli esprimeva la sua simpatia. In quel periodo in cui ci sono in ballo gli interventi legislativi gli scambi di messaggi con Luca Lotti sono frequenti: «Per porre fine a questa indecenza bisognerebbe riscrivere la 30/98 in questi termini — suggerisce Onorato — usufruiscono dei benefici del registro internazionale quelle compagnie che impiegano esclusivamente marittimi italiani o comunitari».

Quando nel novembre 2019 Onorato viene perquisito dalla Guardia di Finanza per l’inchiesta Open è lui stesso a raccontare come si è avvicinato a Renzi: «Ero iscritto al Pd da tempo, ho stracciato la tessera in occasione del ritiro del secondo emendamento Cociancich da parte dell’allora ministro dei trasporti Del Rio, una legge finalizzata al recupero dell’occupazione dei marittimi italiani. Conoscevo Renzi e ho partecipato più volte alla sua manifestazione e ho deciso autonomamente di sostenerlo».

I rapporti sono talmente stretti che nel luglio 2019 Moby firmerà un accordo con la Digistart srl, società costituita a maggio e amministrata prima da Renzi poi da Marco Carrai e poi nuovamente da Renzi (fino alla messa in liquidazione nel novembre successivo) per un contratto di consulenza («business development and pubblic affair advisor agreement»). «Ogni fine anno — si legge in un appunto sequestrato dagli investigatori — riconoscere l’1,5% dell’ammontare investito in borsa da parte degli investitori da noi introdotti. Resta esplicitamente esclusa l’intermediazione finanziaria. Onorato va bene così».

 

https://corrierefiorentino.corriere.it