Corso di Perfezionamento Universitario di Agopuntura in Neurologia

Corso di Perfezionamento Universitario di Agopuntura in Neurologia: un’occasione per riflettere sul nostro SSN e sul contributo dell’Agopuntura nella prevenzione e nelle malattie croniche

 

Quest’anno il Corso di Perfezionamento di Agopuntura in Neurologia dell’Università di Siena ha visto innalzarsi qualità e orizzonti oltre ad un aumento di un terzo degli allievi, con medici provenienti da tutta Italia. Un campo, quello della Neurologia, dove l’Agopuntura in varie parti del mondo ottiene risultati impressionanti anche su patologie nelle quali la nostra medicina arranca, limitandosi a contenerle.

Per l’Italia da segnalare la lezione del dr. Carmelo Guido direttore del Centro Fior di Prugna della Usl di Firenze, mosca bianca tra le strutture ambulatoriali italiane che utilizzano l’Agopuntura con risultati eccellenti ma con “tafaziane” procedure di reclutamento del personale medico.

L’aumentata partecipazione di docenti internazionali al Corso – grazie anche alle lezioni online – ha permesso una maggiore conoscenza delle tecniche applicate in vari paesi tra cui Russia, Brasile, Cina, USA, Canada e Francia.

Non si tratta di provincialismo ma della condizione “paradosso” che viviamo in Italia dove per Legge solo i medici – giustamente – possono esercitare l’Agopuntura ma dove, non esistendo una Specializzazione post-laurea, le applicazioni cliniche di maggior rilievo sono “nascoste” negli ambulatori dei singoli professionisti privati, in mancanza di contenitori formativi e clinici pubblici dove poterle sperimentare e applicare sui grandi numeri, oltre che per creare altro personale medico specializzato di alto livello.

Le esperienze universitarie e ospedaliere internazionali del Corso hanno spaziato da quelle più avventurose pervenutaci da un ospedale in India, a quelle più strutturate della Russia (pubbliche) o degli USA (private). Non a caso negli Stati Uniti le assicurazioni pagano “volentieri” le prestazioni di Agopuntura in quanto esse tengono basso il progredire di patologie che invece costerebbero loro molto di più.

Questo paradosso italiano ci fa temere che anche gli esiti pratici di questo Corso di Perfezionamento – di cui sono promotrice e responsabile scientifico – benché esso sia di livello universitario, si potrebbero rivelare un collo di bottiglia.

I partecipanti applicheranno queste acquisizioni parzialmente, o perché “finalmente in pensione” oppure – non avendo che poco tempo a disposizione dal lavoro primario – riproducendole in tono minore nell’attività privata o nella striminzita attività ambulatoriale pubblica. Per esempio un Anestesista che lavora12 ore al giorno, non solo non riesce a formarsi al meglio come agopuntore ma l’Agopuntura, che esercita nei ritagli di tempo, sarà sempre limitata a pochi protocolli elementari.

Veniamo al piano politico.

Un altro paradosso “burocratico”, porta al fatto che per essere assunto in strutture pubbliche devi avere una Specializzazione – qualsiasi essa sia – con la quale si passa avanti ad eventuali medici agopuntori di alto livello ma privi di questi requisiti; come nel mio caso personale che, avendo dedicato tutte le energie all’Agopuntura, non avrei raggiunto il mio livello di consapevolezza  se mi fossi specializzata, impiegando una parte preziosa del tempo in un altro settore medico.

Chi viene assunto nel SSN con i requisiti attuali, opera un’Agopuntura più elementare, con risultati limitati, in patologie limitate, non riuscendo così a dimostrare le potenzialità di questa terapia e tenendone più basso il livello, da cui la relativa e pallida considerazione anche da parte dell’interlocutore dirigenziale.

Questa situazione va sbloccata, approfittando dell’attuale maggiore autonomia didattica delle Università e di quella di una Sanità a base regionale. 

Altro punto importante.

L’attività internazionale e quella dei bravi agopuntori privati italiani, dimostrano che moltissime patologie – molte più delle poche riconosciute in Italia per l’applicazione dei LEA regionali – possono essere trattate con Agopuntura con i seguenti esiti:

  • risultati migliori (in certi casi l’agopuntura è l’unica risorsa efficace in alcune patologie)
  • nessuna tossicità
  • costi di esercizio bassi (il costo dei soli aghi sterili)
  • risparmio enorme sui farmaci (come esempio, se in certe patologie spendi 100 e ottieni 5, con l’Agopuntura puoi spendere 5 e ottieni 100)

 

Tolti coloro che per interessi personali devono o vogliono perpetrare l’uso incondizionato dei farmaci come terapia elettiva (usual care), esisterà pure una classe politica e dirigenziale che essendo solo ignorante sulle potenzialità dell’agopuntura, una volta informata compiutamente potrà operare dei correttivi a questo sistema. Mi auguro davvero si possa aprire un confronto serio e senza pregiudizi su questo tema.

 

Sullo sfondo la situazione di inadeguatezza in cui si trova la Sanità italiana, riconfermataci dal Covid e che necessita di una profonda revisione, patendo proprio dai livelli di base di Prevenzione, settore in cui eccelle la medicina millenaria che ci viene dall’Oriente; un estremo oriente dove il Covid, guarda caso, si è manifestato con effetti pandemici molto limitati, in special modo in Giappone, Corea, Taiwan, Vietnam e che persino in Cina, da cui proviene, è stato controllato in modo soddisfacente.

 

Dr. Cecilia Lucenti

Medico Agopuntore

Presidente di AMI – Agopuntura Medica Integrata

Responsabile Scientifico del Corso di Perfezionamento

di Agopuntura in Neurologia dell’Università di Siena