Una impressionante colonna di mezzi militari ha attraversato ieri sera il cuore di Bergamo, dal cimitero monumentale fino all’autostrada, con a bordo i feretri dei morti da Coronavirus che il camposanto bergamasco non riesce più a gestire per il numero troppo elevato. Una immagine che ha segnato profondamente chiunque si è soffermato a guardarla, e che difficilmente gli italiani dimenticheranno. Una colonna silenziosa, senza fiori nè corone, che ci ha brutalmente “ricordato” l’enorme dramma che stiamo vivendo e che il coronavirus uccide. Quella che stiamo combattendo contro questo virus è una vera è propria guerra e ai tanti morti e ai loro familiari va il nostro più profondo cordoglio, con la speranza che tutto ciò finisca presto e che nessun altra debba piangere i propri cari.
A dirci come sono morti tanti nostri connazionali è l’Istituto superiore della Sanità nel report sulle caratteristiche dei decessi dei pazienti affetti da Covid-19, che da settimane sta analizzando i dati provenienti da tutta Italia, per delineare un quadro completo sulle “proprietà” tipiche di questo stramaledetto virus. All’oggi, dice l’Iss sono«soltanto» 12 le persone morte in Italia dopo esse stati colpiti dal coronavirus che non presentavano patologie pregresse che ne spieghino la fine. Dire questo non vuol dire minimizzare, analizzare i dati è un modo indispensabile per capire, scientificamente, la strada da seguire. E i dati dell’Iss dicono questo:
“Le persone morte di coronavirus che non avevano altre patologie pregresse sono finora solo dodici: dopo l’analisi di appena 355 cartelle cliniche, sulle 2.003 pervenute, di pazienti deceduti dopo essere stati contagiati dal Covid-19. Tutti gli altri 343 pazienti che hanno contratto la malattia, secondo l’Iss, avevano altre malattie gravi, che ne hanno causato la morte. Quasi il 50 per cento dei deceduti aveva ben tre patologie pregresse, e la media, tra i 343 morti per cause secondarie, è di 2,7 patologie a persona. I 12 pazienti morti, pari al 3,38 per cento del campione esaminato, non presentavano, invece, alcuna patologia pregressa, il che significa che il loro decesso è stato causato, appunto, solo dal Covid-19”.
Sempre l’Istituto Superiore di Sanità, sulla base delle cartelle cliniche esaminate, ha spiegato che tra le altre vittime, 84, pari al 23,7 per cento del campione, presentavano una patologia; 90 pazienti, pari al 25,4 per cento del campione, ne avevano due; e ben 169, pari al 47,6 per cento, presentavano tre o più patologie. L’insufficienza respiratoria è la complicanza più comune rilevata. L’Iss, infatti, ha riscontrato la patologia nel 97,2 per cento dei casi; la seconda causa è il danno renale acuto, nel 27,8 per cento dei casi; seguito da danno miocardico acuto, con il 10,8 per cento; e dalla sovrainfezione, con il 10,2 per cento.
In media 8 giorni tra sintomi e decessi. Nelle persone decedute positive al Covid-19 la terapia antibiotica è stata quella più utilizzata (83% dei casi), meno utilizzata quella antivirale (52%), più raramente la terapia steroidea (27%) afferma il Report pubblicato sul sito Epicentro, aggiornato al 17 marzo. Il documento mostra anche i tempi mediani, in giorni, che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al decesso (8 giorni), dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale (4 giorni) e dal ricovero in ospedale al decesso (4 giorni).
Un malato su 10 ha il camice bianco – Quasi un malato di coronavirus su dieci in Italia ha il camice bianco. Sono 2.629 gli operatori contagiati sui 28.293 positivi totali in base ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornati a ieri. Lo si legge nell’infografica dell’Iss, che specifica che il dato “non è riferito al luogo di esposizione ma alla professione”, anche se purtroppo sono numerose le notizie da tutta Italia di contagi in ospedali e studi medici.
Le fasce d’età dei pazienti – L’Istituto riferisce anche le fasce d’età dei pazienti. Al 17 marzo sono diciassette quelli deceduti e positivi al Covid-19 di età inferiore ai 50 anni. Nello specifico, 5 di questi avevano meno di 40 anni: si tratta di soggetti di sesso maschile e di età compresa fra i 31 ed i 39 anni con gravi patologie preesistenti. Tra queste, patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche ma anche diabete ed obesità. Sul totale dei pazienti deceduti positivi a Covid-19 in Italia, sono 17 le persone di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 5 di questi avevano meno di 40 ed erano tutti maschi fra i 31 e i 39 anni con gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità). La degenza in un reparto di ricovero è riportata per 3.281 casi (13,1% dei casi totali); di questi 397 (12%) risultano ricoverati in terapia intensiva. Al 16 marzo 2020, 106 province italiane su 107 (tutte ad eccezione di Isernia) hanno segnalato almeno un caso di COVID-19. I casi si concentrano soprattutto nel nord Italia, in particolare in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, e nelle Marche dove sono stati segnalati al sistema di sorveglianza oltre 1.000 casi.