Congresso Pd, via ai lavori Amarezza da parte di Leoncini «Aggirate le regole interne»

Siena
SIENA«Sono amareggiato per diversi motivi, ma continuo a impegnarmi per la mia città». Non usa mezzi termini Guido Leoncini, candidato alla segreteria dell’Unione comunale Pd, dopo aver presentato ricorso alla Commissione territoriale di garanzia contestando l’illegittimità dell’ordine del giorno dell’assemblea, il mancato rispetto della parità di genere nella platea dei convocati e le modalità di voto online. Ieri i lavori del congresso si sono aperti regolarmente con l’illustrazione delle due piattaforme di Roncucci e Mazzarelli. Ma l’amaro in bocca per Leoncini resta. «Dal punto di vista politico, avevo dato la mia disponibilità a candidarmi come segretario con spirito unitario – spiega – per aprire una nuova fase nella politica cittadina, ma alcuni hanno posto un veto alla mia proposta, portando a fare un congresso con 4 candidati». E ancora: «Nei giorni scorsi ho dato di nuovo la mia disponibilità a collaborare, a determinate condizioni, alla direzione del partito, ma la risposta è stata negativa». E qui l’affondo: «La Commissione congresso ha deciso di comporre l’assemblea cittadina del Pd violando regolamenti e statuti. Poiché credo che una comunità debba sempre basarsi sul rispetto delle regole interne, ho inoltrato ricorso».Leoncini è un fiume in piena: «Mi dispiace che qualcuno prosegua con metodi, logiche e strategie oramai datate. Il Pd avrebbe bisogno di cambiare rotta, di prendere posizioni nette sui problemi causati dalla attuale giunta comunale, di proporre idee per il futuro di Siena, di valorizzare le persone competenti, di aprire un rapporto costruttivo con la società senese e con le formazioni civiche all’opposizione dell’amministrazione De Mossi. La mia opinione è che dobbiamo rapidamente costruire una ampia coalizione e un tavolo decisionale vero e inclusivo, insieme alle forze politiche e alle forze civiche, per provare a vincere le elezioni comunali del prossimo anno». Poi la conclusione: «Invece, ci tocca perdere tempo ed energie dietro a paradossi, errori e beghe che non interessano alla città. Comunque, io non mi arrendo. Insieme a chi mi ha sostenuto, continuerò a lavorare per il bene comune».
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