Come fa il ministro Franco a prendere impegni se il data room è in corso?

Le rassicurazioni del ministro su Mps «Il marchio resta, dipendenti tutelati»

La relazione di Franco sulla trattativa con Unicredit: valorizzare Siena e la Toscana è priorità indiscussa

Mauro Bonciani

 

Il marchio Mps resterà «e avrà una parte rilevante nel sistema bancario del futuro». E ci saranno tutela dell’occupazione e ricadute culturali positive sul territorio. Parola del ministro del Tesoro Daniele Franco, che sulla trattativa con Unicredit per l’acquisizione del Monte ieri è stato ascoltato dalle commissioni Finanza di Senato e Camera, riunite. Il ministro ha bocciato l’ipotesi di una Banca Mps ancora autonoma — «Ci sono rischi ed incertezze notevoli, e servirebbe in ogni caso il sì della Commissione Europea» — ma ha assicurato che «non ci sarà alcuna svendita», pur difendendo il percorso verso l’acquisizione da parte di Unicredit.

Il ministro ha letto per oltre trenta minuti la sua relazione, partendo da una breve storia del Monte dal 2017 ad oggi, cioè dall’ingresso dello Stato come azionista di maggioranza dopo l’aumento di capitale precauzionale. E ha sottolineato che l’attuale piano industriale 2021-25 di Banca Mps non raggiunge gli obiettivi di riduzione dei costi fissati dell’Europa, «nonostante i 2.500 esodi volontari previsti che potrebbero essere molti di più», e c’è il rischio che non basti l’aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro fin qui indicato. Insomma l’unica strada percorribile secondo Franco è la dismissione del 64% della banca posseduto dallo Stato «a condizioni di mercato, non ci sono i presupposti per la richiesta alla Ue del rinvio dei termini per la dismissione». Una cessione più necessaria che mai, ha sostenuto il ministro, dopo l’esito degli stress test che hanno visto Rocca Salimbeni peggior istituto di Europa.

«Unicredit e Mps hanno fissato in 40 giorni il tempo per capire la fattibilità della cessione di un ramo di azienda di Mps e al momento non ci sono rischi di smembramento dell’istituto senese», ha affermato Franco. Sui timori per i 5 o 6 mila esuberi di cui si è parlato, ha aggiunto: «Da parte del governo c’è la massima attenzione sui lavoratori, anche sui presidi territoriali. La salvaguardia del marchio Mps è una priorità, un marchio che ha un valore storico e commerciale, valorizzandolo in determinate aree territoriali e alcuni servizi e con ricadute positive, anche culturali, sul territorio».

Franco ha parlato di «molteplici strumenti» per difendere l’occupazione dei circa 22 mila addetti Mps, ma senza specificare quali, e ha sottolineato che stante l’impegno a vendere la quota dello Stato «l’interlocuzione con Unicredit è doverosa». La conclusione del ministero dell’Economia e delle finanze è stata tutta dedicata a Siena e alla banca più antica del mondo. «In noi c’è la massima attenzione all’occupazione, al rilancio della banca. La valorizzazione di Siena, della Toscana, del suo territorio, è una priorità indiscussa e incomprimibile per il governo. Mps avrà una parte rilevate nel sistema bancario del futuro».

 

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