Città, la destra frena I candidati sovranisti in calo nei sondaggi

I numeri di Opinio-Rai La coalizione è indietro a Milano, Bologna e Napoli. E rischia a Roma
di Matteo Pucciarelli
MILANO — Se domani si andasse a votare per le elezioni politiche, il centrodestra stravincerebbe. Almeno a vedere le intenzioni di voto dei partiti, con Fratelli d’Italia in testa quasi per tutti i sondaggisti e la Lega distante di poco. Eppure questo scenario confortante per una coalizione a trazione sovranista si fa improvvisamente precario se non cupo alle elezioni amministrative del mese prossimo. Saranno un test vero, non una ricerca demoscopica. E lì, sorpresa, specie se si raffronta la cosa al contesto nazionale, i candidati dell’area di centrosinistra sono più competitivi quasi ovunque.
Partendo da Roma, lo scenario sembra abbastanza consolidato. È vero che il candidato del centrodestra Enrico Michetti è dato in testa attorno al 31 per cento, ma alle sue spalle ci sono tre papabili sindaco a doppia cifra che non sono incardinabili a destra: l’ex ministro Roberto Gualtieri (Pd e sinistra), la 5 Stelle Virginia Raggi, Carlo Calenda di Azione. Siccome il 50 per cento per Michetti è assai lontano, con ogni probabilità si andrà al secondo turno e lì la situazione potrebbe ribaltarsi. La sfida per il secondo posto vede avanti Gualtieri e nell’ipotetico ballottaggio, magari grazie anche ad un accordo politico con il M5S, i giallorossi potrebbero conquistare la Capitale. Ipotesi condivisa da diversi istituti di sondaggio — compresa la ricerca Opinio per la Rai — data anche la debolezza di Michetti, scelta arrivata dopo mesi di trattative e litigate a destra. «Potevamo scegliere un grande nome, invece abbiamo preferito una persona capace, la faremo conoscere», dice Giorgia Meloni. Quanto alla Lega, invece, ospiterà nelle proprie liste candidati di Casapound, confermando l’asse con la formazione neofascista.
Nella Milano di Matteo Salvini, con un altro candidato che non brilla come Luca Bernardo, il medico tirato fuori dal cilindro dopo varie piste false e diversi no, il sindaco uscente Beppe Sala è quotato tra il 44 e il 48 per cento. Il centrodestra arranca tra il 38 e il 42 per cento. I 5 Stelle con Layla Pavone faticheranno a entrare in Consiglio comunale, stimati tra il 3 e il 5 per cento. Anche a Napoli il nome di Gaetano Manfredi, appoggiato da Pd e 5 Stelle, appare molto più competitivo di oltre dieci punti percentuali di Catello Maresca, il magistrato sostenuto da Fdi, Lega e Fi. Senza considerare che al possibile secondo turno i voti Antonio Bassolino (Iv) e Alessandra Clemente (dell’area di sinistra radicale che aveva eletto l’uscente Luigi De Magistris) per gran parte confluiranno attorno all’ex ministro dell’Università. Non pare esserci storia neanche a Bologna, con Matteo Lepore (appoggiato da Pd, sinistra radicale e 5 Stelle) dato addirittura vincente sin dal primo turno. Fabio Battistini arranca a venti punti e oltre di distacco.
Le note meno negative per il centrodestra arrivano invece da Torino e dalla Calabria. Dopo l’esperienza 5 Stelle di Chiara Appendino, il più quotato appare essere l’imprenditore Paolo Damilano. Il sondaggio Opinio Rai lo dà tra il 42 e il 46 per cento. Attenzione però perché il centros inistra con Stefano Lo Russo lo tallona (39-43 per cento). Al secondo turno i voti del M5S, con Valentina Sganga tra il 7 e l’11 per cento, potrebbero risultare decisivi. Nella regione del sud invece Roberto Occhiuto è dato tra il 44 e il 48 per cento e se come sembra diventerà presidente deve ringraziare soprattutto la sinistra che si è frantumata in tre candidature diverse: Amalia Bruni, Luigi De Magistris e Mario Oliverio.
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