ChiantiBanca allo scontro finale.

Con la holding di Roma o con Trento? L’istituto di San Casciano al bivioDomenica l’assemblea decisiva, ma Ccb annuncia già lo strascico legale.

Silvia Ognibene

 

Per il week end è attesa una perturbazione artica che promette di portare il gelo anche in Toscana, ma nel Chianti fiorentino la temperatura è in realtà bollente e continua a salire in vista di domenica prossima quando al Mandela Forum, a partire dalle 9,30, si svolgerà l’assemblea dei soci di ChiantiBanca per l’ultima (forse) puntata della saga Roma versus Trento, ossia gruppo Iccrea contro Cassa centrale banca. Si fronteggiano due liste per la corsa al Cda e il controllo della banca, una favorevole a mantenere l’adesione al gruppo trentino — orientamento già espresso dai soci in due occasioni, nel dicembre dello scorso anno e nel maggio passato — l’altra che invece spinge per portare l’istituto di credito cooperativo nella holding di Iccrea.

In vista dell’appuntamento di domenica si sono moltiplicate le uscite pubbliche delle due parti in lizza, un confronto dai toni aspri a dimostrazione del fatto che i continui «ribaltoni» con l’ascesa e la successiva, imprevista, detronizzazione di Lorenzo Bini Smaghi, la scoperta del buco nei conti, l’uscita dell’ex direttore generale e di mezzo consiglio d’amministrazione, la necessità di rafforzare il capitale, l’intervento della magistratura, il «ritorno» di un management vicino a Federcasse, hanno lasciato il segno. Sulla carta la lista pro Iccrea, che ha nell’attuale presidente Cristiano Iacopozzi il suo uomo di punta, è la favorita della vigilia. Ma va tenuto conto anche del fatto che il gruppo favorevole alla soluzione trentina è radicato soprattutto in provincia di Siena, dove i soci di ChiantiBanca sono 7 mila (su 27 mila totali) e dove (nelle due filiali di Fontebecci e via Montanini) si genera il 50% della raccolta complessiva dell’istituto. Ogni previsione è dunque azzardata, ma una cosa è certa: neppure domenica si scriverà la parola fine. In primo luogo perché la Banca d’Italia è stata chiara nel dire che a pronunciarsi sulla adesione alla holding nazionale dovrà essere una assemblea straordinaria, mentre quella del 10 dicembre è una convocazione ordinaria. In secondo luogo perché, se dovessero vincere i «pro Iccrea», dal giorno dopo il confronto proseguirebbe quasi certamente in tribunale: da Trento infatti sono stati molto chiari nel dire che gli impegni già sottoscritti si onorano, oppure ci si dovrà difendere da una causa per danni.

 

Giovedì 7 Dicembre 2017 Corriere Fiorentino.

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