Il volume approfondisce l’intero percorso teatrale di Carmelo Bene (1937-2002), dai folgoranti esordi degli anni Sessanta fino alla notorietà e alla maturità degli anni Ottanta e Novanta. Concentrandosi su alcuni lavori esemplari (Caligola, Amleto, Majakovskij, Nostra Signora dei Turchi, Lorenzaccio, La cena delle beffe), l’autore analizza la complessità di un’opera che, nel segno di una insistita e costante contraddizione alla “rappresentazione”, oscilla fra gli accenti più dirompenti e grotteschi, evidenti soprattutto nel primo periodo di attività, e quelli più incupiti e raggelati che emergono con maggior frequenza nella fase successiva. Conclude il libro un’incursione nei diversi Pinocchio realizzati fra il 1962 e il 1998, vero e proprio fil rouge del cimento artistico beniano.