Partita aperta sia al nord che nel sud della Toscana, dove centrodestra e M5S possono battere i Democratici Piombino è considerata la zona più difficile per la sinistra, che però “trema” anche a Massa, Lucca e Grosseto
Dica 33, come dal dottore. È l’ambizione del Pd toscano: eleggere un numero variabile tra 28 e 33 tra deputati e senatori. Il centrodestra invece punta a quota 10- 12. Più o meno le stesse stime che si fanno nei 5 Stelle, dove tuttavia non si nascondono ambizioni più alte. Mentre per la sinistra di Liberi e Uguali la speranza fa 3, 4 in un sussulto di ottimismo. È un gioco di incastri e sfide aperte il puzzle del Rosatellum sulla Toscana. Con tre- quattro incognite per il centrosinistra: i collegi di Massa, Arezzo, Grosseto e Lucca. Riuscirà il Pd a tenerli o cederà a destra e 5 Stelle? Anche se le liste saranno ufficializzate solo il 29, i tavoli romani sono gonfi di fogli Excel con nomi, incroci, calcoli. E la tensione monta.
Innanzitutto: come funziona il Rosatellum, la nuova legge elettorale approvata a novembre a larga maggioranza da Pd, Forza Italia, Lega, Ap e centristi? È un misto maggioritario- proporzionale. Poco più di un terzo dei deputati e dei senatori è eletto nei collegi uninominali. In ciascun collegio vince il candidato del partito o della coalizione che ottiene un voto in più degli avversari. I restanti due terzi sono eletti con un sistema proporzionale di lista. Significa che ciascun partito presenta listini con più nomi. E gli eletti sono definiti con un criterio proporzionale, in base ai risultati dei singoli partiti. C’è una soglia di sbarramento: è il 3% nazionale. Chi non la raggiunge non elegge. Le forze in coalizione che si attestano tra l’1 e il 3% non portano deputati e senatori in Parlamento ma contribuiscono alla conta complessiva nei collegi. I loro voti, inoltre, col proporzionale vengono conteggiati come se fossero ottenuti dagli alleati che superano il 3%. Sotto l’1%, invece, i voti del proporzionale di queste forze vanno sprecati. Niente voto disgiunto.
La Toscana eleggerà 56 parlamentari, 38 deputati e 18 senatori. Il 37% in collegi cosiddetti “ uninominali”, quelli delle sfide testa a testa tra coalizioni. I collegi uninominali in regione sono 14 per la Camera e 7 per il Senato. Il resto dei deputati e senatori saranno invece scelti col proporzionale: 24 alla Camera, 11 al Senato. Due schede, una per la Camera e una per il Senato, molto simili a quelle delle elezioni amministrative, per i sindaci: nome del candidato e accanto i simboli associati, i partiti o le coalizioni. Si può barrare il nome del candidato uninominale o il simbolo. Le liste del proporzionale saranno molto corte: 4 nomi al massimo. Con alternanza di genere obbligatoria. Come sono fatti i collegi? Ci sono molti sconfinamenti rispetto alle province. Firenze è divisa in 3 uninominali Camera mentre è un unico collegio per il Senato.
Chi elegge chi e dove, secondo stime e sondaggi in mano ai partiti toscani? Il Pd e gli alleati (+Europa della Bonino, Civica e Popolare di Lorenzin e il gruppo Verdi-Socialisti ) scommettono su 10- 12 collegi uninominali della Camera su 14 e su un cappotto sui collegi del Senato, tutti e 7, al massimo uno è considerato a rischio, quello di Massa. Significa che il centrosinistra ambisce ad eleggere 16-19 parlamentari nei collegi. E al proporzionale? In casa dem si scommette su 8-9 eletti Camera e 4-5 Senato. Dove scattano? Impossibile da prevedere, Ma c’è una regola aurea: chi verrà candidato terzo nei listini proporzionali è ad altissimo rischio di rimanere fuori. Centrodestra: Forza Italia punta a sbancare uno-due collegi uninominali, Grosseto e Arezzo per primi. Poi sul proporzionale scommette su 3 Camera e 1 Senato. Fratelli d’Italia 1 Camera e 1 Senato, la Lega 2- 3 Camera e 1 Senato. Liberi e uguali realisticamente può contare su 3 eletti sicuri: i proporzionali della Camera di Firenze e Pisa e uno al proporzionale del Senato Nord. I Cinque Stelle volano alti nelle ambizioni: sognano il collegio di Massa uninominale Camera, il Senato uninominale con De Falco e 7- 9 eletti sul proporzionale, 4-5 Camera e 2-3 Senato.
Su questo canovaccio teorico vanno in scena le sfide sui territori. Con caselle ancora ballerine e ipotesi che cambiano ora per ora. Su Firenze città ad esempio ieri sera circolava l’idea che ci potesse essere il centrista Gabriele Toccafondi candidato all’uninominale Camera. Nella Piana Liberi e Uguali potrebbe candidare il sindaco di Calenzano Alessio Biagioli. Nei collegi a rischio di Massa, Arezzo e Grosseto i segretari dem insistono: « Cer la giochiamo ma no ai candidati imposti dell’alto: è una questione di dignità». – m.c.c e e.f.