Sulla manovra il M5S sfonda la linea rossa del deficit: “Vogliamo salire al 2,6%”. Come spiegano Tommaso Ciriaco e Carmelo Lopapa, quello al ministro dell’Economia è un vero e proprio assedio, e l’obiettivo è quello di avere 16-18 miliardi in più e attuare le misure promesse. La Lega, da parte sua, non si oppone.
Il vicedirettore Sergio Rizzo ci parla dei messaggi del portavoce del presidente del Consiglio, Rocco Casalino, che avvelenano il clima politico, messaggi vocali con insulti e minacce per dare la linea sulla manovra. “Al suo interlocutore racconta, e non perché resti una confidenza bensì perché lo pubblichi, che il Movimento 5 Stelle è pronto a far scattare una “megavendetta” – testuale – contro il ministero dell’Economia, colpevole di remare contro l’azione del governo. “Se poi all’ultimo, non escono i soldi per il reddito di cittadinanza”, è il messaggio, per i dirigenti del Tesoro sarà un calvario. “Tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori una marea di gente del Mef…” “.
Sul reddito di cittadinanza, intanto, il vicepremier Di Maio cambia rotta rispetto alla proposta dei 5 Stelle che includeva anche i cittadini comunitari e dice: “Prima gli italiani”. Ma la Costituzione – spiega Aldo Fontanarosa – non lo permette. “Di stranieri alla fame d’altra parte ce ne sono tanti, qui da noi. L’Istat calcola che – su 5 milioni di persone in povertà assoluta – gli stranieri sono 1,6 milioni (il 31,8% del totale dell’esercito dei disperati)”.
In questo quadro confuso, sono tutte da decifrare le parole di Roberto Fico. Da Napoli il presideAlessandra Longo, infine, ci parla di un centrodestra che appare certamente riunito ma non sul suprematista bianco Steve Bannon. Lo stratega Usa spacca l’alleanza: “In Italia stia zitto”, dice più indignato che mai Antonio Tajani. Con Fi anche il Ppe attacca l’ex ideologo di Trump. Che tra poche ore sarà alla kermesse di Meloni.