“Per aver creato nuove espressioni poetiche nella grande tradizione della canzone americana”. Con questa motivazione, il 13 ottobre 2016, l’Accademia svedese ha assegnato a Bob Dylan il Premio Nobel per la Letteratura, l’ultimo e forse il più importante dei tanti riconoscimenti a lui tributati.
Figura tra le più importanti del panorama musicale planetario, Bob Dylan – come disse Allen Ginsberg – ha portato “la poesia nei jukebox”, raccontando l’America, proseguendone la tradizione musicale e diventandone lui stesso parte integrante.
Da voce della controcultura del Folk Revival degli Anni Sessanta ad alchimista del sottile e selvaggio suono mercuriale del rock, passando per la straordinaria parabola della Rolling Thunder Revue e dei “Gospel Years” che lo videro cristiano rinato, fino a giungere alle nebbie degli anni Ottanta e alla rinascita dell’ultimo ventennio, Bob Dylan ha dato vita a uno dei più articolati percorsi artistici della storia del rock, con oltre quaranta dischi all’attivo, numerose pubblicazioni di materiali d’archivio e un’impressionante mole di concerti ogni anno.
A oltre cinquant’anni dal debutto, Dylan continua a sfuggire a ogni definizione o stereotipo che il tempo ha tentato di cucirgli addosso e, senza guardarsi indietro, prosegue incessantemente il suo cammino attraverso i sentieri della musica americana, riportando alla luce perle dimenticate come il repertorio del “Great American Songbook”, riletto nella recente trilogia discografica culminata con la pubblicazione di Triplicate.