Alleanza M5S-Pd anche alle Regionali? Qualcosa si muove

In vista delle elezioni in Umbria, Emilia Romagna e Calabria potrebbero esserci nuovi accordi

ROMA. Il «mai» in politica è un avverbio che va trattato con prudente disprezzo. Lo ha imparato a sue spese Luigi Di Maio e non è un caso che l’«impossibile» sia sparito dai suoi discorsi circa una futura alleanza a livello locale tra Movimento 5 stelle e Partito democratico. Per le prossime elezioni regionali in Umbria, Emilia Romagna e Calabria è ancora «troppo presto – sostengono nel Movimento -. Si deve compiere un passo alla volta». Vanno affievoliti gli attacchi quotidiani contro i dem, innanzitutto. E si deve rodare la macchina del governo nazionale, sperando funzioni. Ma c’è un esperimento già in corso, nel Lazio, portato avanti con successo dall’ex deputata M5S Roberta Lombardi, oggi capogruppo in Regione. È lei, in questi mesi, ad aver offerto un appoggio esterno alla giunta del governatore Nicola Zingaretti, che altrimenti non avrebbe avuto numeri saldi per rimanere in piedi. Ed è sempre lei, in tandem con Beppe Grillo, ad aver impresso la svolta alla crisi di governo di questo agosto nel Movimento. In questo laboratorio regionale, quindi, potrebbe nascere la svolta politica di Cinque stelle e Pd.

Nei prossimi giorni la giunta laziale dovrà sostituire due assessori, Gian Paolo Manzella e Lorenza Bonaccorsi, chiamati da Zingaretti al governo nazionale nei rispettivi ruoli di sottosegretario allo Sviluppo economico e di sottosegretaria ai Beni culturali. Dal Movimento assicurano che non sarà questa l’occasione per un ingresso organico dei grillini in giunta: «È prematuro», sottolinea Lombardi a La Stampa. Ma la porta è tutt’altro che chiusa, perché intorno a lei i parlamentari romani sono volenterosi: «Se il governo troverà la stessa sintonia con cui stanno lavorando sui temi in Regione, allora se ne potrà parlare», dice un deputato di peso del M5S. Per ora, Lombardi e Zingaretti rimangono in contatto. Sulla scelta dei sostituti circola insistentemente la voce che almeno uno dei due potrebbe essere un tecnico gradito ai Cinque stelle, ma Lombardi su questo è intransigente: «Non abbiamo intenzione di parlarne. Discutiamo solo di temi», ripete.

D’altronde, lì la sintonia c’è già. Lombardi è stata di recente nominata alla guida della nuova Commissione speciale sull’edilizia pubblica della Regione e proprio con il nuovo sottosegretario Manzella aveva collaborato attivamente all’approvazione del Testo unico del commercio del Lazio (che riprende il nome da una proposta di legge della stessa Lombardi). Ci sono poi leggi grilline approvate e fondi istituiti su richiesta del Movimento, come quello contro le barriere architettoniche o a favore dei lavoratori che riunendosi in cooperative rilevano le aziende fallite in cui lavoravano e le riaprono. In regione Lazio, sponda Pd, si vive questa fase con l’ottimismo della volontà: «Si arriverà a un accordo organico, è solo questione di tempo», sostiene una fonte interna alla giunta. «Se cambierà l’approccio a Roma, la Capitale potrebbe essere il primo tavolo di confronto nel 2021».

Un uomo in Campidoglio che incarni questa nuova sintonia c’è già. È il vice sindaco M5S Luca Bergamo, da sempre vicino al mondo della sinistra romana: «La comunità che si è riconosciuta nel Movimento e quella che si riconosce nella sinistra hanno un sistema di valori simile, che interpretano con sfumature diverse – sostiene Bergamo. – Nel momento in cui queste comunità si parlano più liberamente, come accade oggi, producono un arricchimento delle politiche per il Paese. Non va schiacciato tutto alla sfera organizzativa tra due partiti». Ma qui siamo forse ancor più distanti nel tempo. Quasi all’inevitabile fusione.

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