Alert Bankitalia per le Bcc “Arrivata l’ora di razionalizzare”.

MAURIZIO BOLOGNI
«N prima parte della crisi economica le piccole banche hanno continuato a finanziare l’economia con criteri non attuali, rivolgendosi a settori e ad aziende di dimensioni ad alto rischio. Hanno per questo accumulato una qualità di credito peggiore rispetto alle altre aziende bancarie. Sono ora chiamate a riorganizzarsi per tentare di recuperare il credito deteriorato e a razionalizzare i costi». Ad una delle due sole annuali uscite pubbliche, per l’aggiornamento del rapporto congiunturale sullo stato dell’economia toscana, il nuovo direttore di Bankitalia Firenze, Mario Venturi, ha ribadito l’invito a dimagrire alle banche di credito cooperativo su cui vigila la sede toscana dell’istituto.
«Sono 15 le banche e 8 gli intermediari finanziari su cui vigila direttamente Bankitalia Firenze, che peraltro collabora con la sede centrale anche nei controlli agli istituti di maggiori dimensioni », ha spiegato Venturi. A dimostrazione di quanto negli ultimi anni le Bcc siano ingrassate mentre le altre banche avevano cominciato una salutare cura dimagrante, l’ultimo rapporto annuale di Bankitalia rileva che, in Toscana, la quota degli sportelli delle Bcc sul totale è salita dal 12,7% del 2009 al 16,8%, per un numero di 367 sportelli, mentre il numero dei dipendenti è salito a 2.885: tra 2010 e 2016 +5,8% contro -16,1% delle spa bancarie.
Il diktat al dimagrimento preoccupa “Una Banca in Terra Toscana”, le neonata associazione che insiste per l’adesione di ChiantiBanca a Cassa Centrale Banca contro la linea della nuova governance che ha sterzato su Iccrea Banca, in cui entrano tutte le Bcc toscane tranne quella di Castagneto Carducci. Proprio ieri “Una Banca in Terra Toscana” ha diffuso una mappa che mostra la grande concentrazione di sportelli di credito cooperativo su una dorsale al centro della regione toscana. «Andando con Iccrea – sostiene l’associazione -ChiantiBanca si troverebbe in sovrapposizione con altre Bcc toscane, che controllano la Federazione toscana e andrebbe incontro a chiusure di sportelli». Nel Gruppo trentino, essendo la sola nella Toscana centrale – sostiene l’associazione – «ChiantiBanca potrebbe invece svolgere un ruolo di rilievo, in particolare per le funzioni che verrebbero decentrate, come il controllo e il monitoraggio ». In modo diametralmente opposto la pensa l’attuale presidente di ChiantiBanca, Cristiano Iacopozzi. Secondo lui – come ha detto incontrando i dipendenti qualche settimana fa – rimanere agganciati alle consorelle toscane offre supporto e garanzia solidaristica di riassorbimento nella rete di personale che in futuro dovesse risultare in esubero presso eventuali sportelli non redditizi.
Fonte: La Repubblica, www.repubblica.it/